Un libro per amico
Un giorno andai in libreria, perché avevo deciso che volevo comprare un libro. Una volta arrivata, cominciai subito a cercare un libro interessante; la ricerca non era facile: la libreria era grande e io non avevo le idee molto chiare. Dopo circa un’ora, mi avvicinai a uno scaffale e sentii una vocina. Mi girai ma non vidi nessuno; ma la vocina mi disse: “Ehi, sono qui, sullo scaffale!” Guardai con più attenzione e vidi un libro che parlava, stupita e impaurita gli dissi: “Ma tu parli?!” “Certo, sono l’unico però a poterlo fare! Comprami, nessuno mi vuole. Almeno ci faremo compagnia. Ti assicuro che sono interessante!” Io, sempre più meravigliata, lo presi, lessi le prime righe, non sembrava granché, ma decisi di fidarmi. Andai alla cassa, pagai e lo portai a casa. Durante il tragitto per arrivare a casa, il libro non fece altro che parlare, mi raccontò come era nato, chi era suo padre, qual era la storia che conteneva. Appena arrivai a casa, corsi da mia madre: “Mamma, non ci crederai: ho trovato un libro che parla!” “Non dire sciocchezze!” Per convincerla presi il libro dallo zaino e lui cominciò a parlare: “Buonasera signora. Sì è vero, non pensi che sia figlia dica bugie o sia impazzita. Sono un libro parlante, l’unico al mondo. Nessuno mi vuole comprare perché sono grosso e tutti pensano che sia noioso. Prometto che in casa sua mi comporterò bene!” Anche la mamma rimase senza parole. Salii in camera mia, lo poggiai sul comodino e andai a cenare. In fretta e furia finii di mangiare, perché avevo voglia di cominciare a leggere. Il libro aveva ragione: era grosso e pesante, ma non era affatto noioso. Anzi era un libro di avventure e perciò ricco di colpi di scena. Circa un mese dopo finii di leggerlo. Il libro quel giorno era triste. Pensava che, non dovendo più sfogliare le sue pagine, l’avrei messo in libreria e non lo avrei più portato con me come avevo fatto nei giorni scorsi. Ma il libro si sbagliava: non lo misi da parte, io mi ero affezionata a lui e alla sua vicinanza, gli dissi: “Stai tranquillo, staremo sempre insieme. Tu non sei solo un libro, sei un libro-amico e da buoni amici non ci lasceremo mai”! Il libro aprì le pagine, che erano le sue braccia, perché questo era l’unico modo che aveva per abbracciarmi.