La trovata della carretta
Figuratevi in questo momento l’interno di una bottega di falegname. A terra una pialla dimenticata, trucioli di legno e qualche chiodo strappato con la tenaglia.
Entra in scena una formica col grembiule da lavoro di artigiano. Si gratta la testa rigirandosi tra le zampine un chicco di grano:
― E adesso, che me ne faccio?
Pensa che ti pensa, gli viene un’idea geniale. Perché non costruirmi una carretta, così ci posso caricare sopra i pesi? A mia moglie e ai miei figli piccoli può servire per metterci i cibi avanzati sulla tavola del padrone, wow! Fantastico!
Detto fatto, quattro colpi di martello con chiodi qua e là; due di sega e tre di pialla. È tutto pronto!
Mentre il figlio più grande ― trionfante di soddisfazione ― tira il carretto in guscio di chicco d’orzo, il papà falegname e la moglie sua incontrano per via, una fila lunghissima di compari e comari i quali stanno per andare a visitare a casa la comare Peppina intesa «‘A lagnusa».
Il falegname: ― Ehi, salve amici, come state? Che state facendo?
I compari del falegname: ― Salve! Andiamo da comare Peppina «‘A lagnusa» che ha appena finito di mangiare giusto poco fa. Sai, vogliamo toglierle il disturbo portandoci via i rimasugli del cibo rimasto!
Il falegname: Cu mancia fa muddichi, dicìa ma nannu! Tanta salute; e poi che ne pensate se vi diamo una mano di aiuto? Chi fa da sé fa per tre!
I compari: Volentieri!
E allora uno, due e tre, dài!, le formiche salgono in fila per tre, march! E arrampicandosi con le loro sei zampine scalano il tavolo apparecchiato di pollo arrosto vino rosso e pane di casa. La comare Peppina «‘A lagnusa» (a casa sua, la chiamano tutti così) sta giusto sparecchiando; e il nipotino sente l’acciottolio dei piatti che la nonna comare va sciacquando nell’acqua di rigovernatura dentro il lavandino in cucina. Le formiche fanno le provviste per stivare tutto il formicaio e via! scendono dietrofront! lungo la gamba del tavolo con la tovaglia appena tolta e posata vicino ai bicchieri sulla credenza, in sala da pranzo.
Alla testa di tutti, poi, c’è il falegname che esibisce la carretta stracarica di dolciumi e pancarré tostato.
Oggi la Reginetta delle formiche è lì ad attendere che arrivino le nuove provviste per l’inverno. Le file disposte per tre delle formiche dai sei piedi portano al casolare sotto le radici della centenaria sequoia altissima che toccava il cielo con la sua chioma, le provviste di cibo che l’ingegnoso falegname ha appena portato sulla carretta. Ma far passare attraverso il passaggio del formicaio, tutta quella roba, non è mica facile! Allora, per cominciare il falegname ad uno degli invitati, un ragno, chiede che una corda di ragnatela porti alla tavola di Reginetta le focacce con la cipolla e il pomodoro, il pancarré e il Tiramisù, perché è festa e alla reggia si vogliono divertire un po’ tutti.
Ecco: il falegname fa appena in tempo a scaricare dentro il formicaio con la carretta le molliche e le croste di pane, che ad una ad una, le formiche si arrampicano lungo il formicaio sollevando sul dorso chi le briciole dei biscotti per il nipotino della ‘Gna Pippina, Totò, che faceva i capricci e chi il pancarré. E chi i granelli di formaggio grattugiato e chi i pezzetti di farina della focacce con cipolla e pomodoro, o con cipolla e ricotta; o con ricotta e salsiccia. E poi giù! Il cuoco Ragno serve a Reginetta i bocconi ghiotti da mangiare.
Che mangiata ragazzi!
Allora per far divertire la Reginetta, l’orchestra dei flautisti e dei suonatori d’arpa attacca delle musichette ballabili e via! i danzatori che sono nient’altro che delle cavallette si accompagnano al suono dei liuti e dei corni magici. Caspiterina, che belle livree che hanno! Quand’ecco le coppie a due a due delle cavallette volteggiano tenendosi per la mano. Il Re e la Reginetta delle formiche sono veramente felici.
Il falegname: ― Ehi, vedete ci siamo sbrigati prima a ritornare al formicaio; tutto merito della mia carretta, che ne pensate?
I compari del falegname: ― Meglio di così non poteva andare. La comare Peppina «‘A lagnusa» cucina pietanze veramente gustose. Domani la ‘Gna Pippina inforna i «pastizzi» per Pasqua che sono la fine del mondo!
Il falegname: A domani allora. E mi raccomando: «Cu mancia fa muddichi»! Poi portiamo le carrette anche noi, ciao!
I compari: Volentieri, ciao!