"Delitti Esemplari"
Nel libro intitolato Delitti esemplari, lo scrittore spagnolo Max Aub presenta alcune brevi e sorprendenti storie di antipatie, insofferenze, insopportabili incontri quotidiani, che terminano in delitti senza castigo. Ciò che caratterizza queste storie è l’assoluta normalità e banalità della situazione. All’improvviso, però, scatta qualcosa di imprevedibile, che trasforma gli episodi in “delitti esemplari” appunto. L’effetto che ne deriva è paradossale e comico. Noi ci siamo cimentati nella scrittura, imitando Max Aub. Riporto i testi scritti da me e da alcuni miei compagni.
Ecco alcuni esempi:
1. Una mattina come le altre lei mi disse “ciao” ma io con l’arma in mano le dissi… “addio”!
2. Intellettualmente era superiore a me. Un giorno lo feci tacere troppo, il giusto. Per me è meglio così.
3. Lui mi invitò a bere un drink. Quell’imbecille mi guardò negli occhi come a sfidarmi. Io gli dissi di non bere, ma lui insistette come a volermi sfidare. Il suo fiato si placò.
4. Ogni sabato sera uscivo al corso con un mio amico, ma lui ogni volta si ubriacava e al ritorno immancabilmente vomitava nella mia macchina, sporcandomi i sedili. Una di queste sere lo avvertii di non esagerare con il bere, ma lui come sempre si ubriacò. Questa volta non vomitò nella mia macchina, perché bevve l’ultima birra della sua vita, prima di salire in macchina.
5. Mi avevano invitato più volte alle feste dei miei compagni, ma io gli rispondevo sempre di no perché avrei incontrato una ragazza di cui ero innamorato. I miei genitori insistevano e purtroppo, in quel momento, avevo una forbice da cucina. Li feci soffrire, forse era meglio avvelenarli.
6. Mio cognato era intelligente, apparteneva a una famiglia benestante, era più bello, più elegante e sportivo di me. Mia sorella mi aveva invitato a conoscerlo, ma io non volevo perché troppo diverso da me. Allora un giorno, incontrandolo in strada, poiché avevo un coltellino a serramanico e finì tutto in un gesto.
7. Un pomeriggio, la mia squadra di calcio doveva giocare una partita importante ma io avevo la febbre quindi non potevo essere presente. Un mio compagno di squadra mi chiamò ripetutamente per farmi cambiare idea; per telefono mi diceva che se non fossi andato la squadra avrebbe perso. Io stanco delle sue chiamate, nonostante la febbre mi recai alla partita. Lui però non si presentò; così la squadra vinse la partita, ma lui perse la vita.
8. Mia moglie mi aveva invitato molte volte ad andare a far visita ai miei suoceri perché stavano male, ma io le avevo detto sempre di no. Così un giorno, quando insistette, mi trovavo vicino a una lampada e gliela scaraventai addosso a lei. Non era colpa mia. Se vicino a me non ci fosse stata, questo non sarebbe successo.