Modica, il caso della Gesco. La Cgil: il nostro percorso per salvare 48 lavoratori
Il segretario della Camera del lavoro di Modica, Salvatore Terranova, interviene sulla vicenda Gesco (la società che dovrebbe traghettare 48 lavoratori ex SpM verso l'assunzione da parte del Comune) e lancia una sorta di sfida all'Amministrazione comunale e al sindaco, Maria Monisteri.
"La Cgil - afferma Terranova - ha lottato perché, in questa delicatissima fase finanziaria del Comune di Modica, l’unico percorso per salvare i posti di lavoro era appunto la costituzione di una nuova società, non potendo l’ente locale, a causa di diverse annualità di bilancio non approvate, assumere direttamente personale. Una società, la Gesco, che nella nostra proposta, avrebbe dovuto avere una vita breve, al massimo un anno, cioè il tempo necessario per consentire al Comune di mettersi in regola con gli esercizi finanziari inevasi (2021 – 2022 – 2023) e poi operare – questa la nostra proposta – per assumere direttamente tali lavoratori come dipendenti comunali.
Questa era l’articolazione della nostra proposta fatta prima dell’insediamento della Giunta Monisteri, e questa ancora oggi è la nostra finalità, che tra l’altro incrocia un obiettivo del programma elettorale della Monisteri, nel quale ha messo nero su bianco che avrebbe assunto al Comune gli allora lavoratori della SpM, oggi della Gesco.
La Gesco, quindi, è solo una zattera temporanea, resasi necessaria per il grave contesto dell’Ente- comune, che dovrebbe rimanere in vita un lasso di tempo, quanto più breve possibile, per portare a compimento l’assunzione di detto personale nei ranghi comunali.
Per ragioni di obiettività, la nostra proposta prevedeva tra l’altro di:
attribuire temporaneamente ad un Dirigente o a qualche Elevata Qualificazione del Comune la gestione della Gesco, scelta che avrebbe comportato un risparmio notevolissimo. perché avrebbe evitato di attribuire un incarico di sottogoverno che oggi determina un costo, la cui entità ad oggi non si conosce, per il Comune;
Applicare ai lavoratori della Gesco il CCNL enti locali, anziché quello scelto dall’Amministrazione comunale, il contratto nazionale delle pulizie. Scegliere di applicare il contratto degli enti locali non avrebbe determinato alcun aumento del costo del lavoro e avrebbe, semmai, consentito di risparmiare i costi del consulente del lavoro che fa le buste-paga e gestisce il personale, perché tali compiti potevano essere tranquillamente assolti dall’ufficio comunale Buste-paga, che sviluppa le buste-paga dei dipendenti comunali e avrebbe potuto sviluppare anche quelle di questi 45 lavoratori, senza aggiunta di costi. Il consulente che cura il settore del lavoro della Gesco ha un costo non secondario.
La storia dei fatti è quella sopra evidenziata, l’Amministrazione ha scelto di effettuare qualche variante al percorso nobile e lineare di non abbandonare per strada 45 padri di famiglia. E in questo senso non ci possiamo esimere di far giungere alla Sindaca che dovrebbe liberarsi, di tanto in tanto, del vestito che indossa, quello di espressione di una coalizione e dovrebbe valutare con obiettività le proposte che le vengono rappresentate, anche quelle provenienti dal più umile cittadino.
Fare il Sindaco - conclude la nota - non significa assecondare pedissequamente una cordata politica di maggioranza, significa far si che le ragioni della città, quando ciò si rende necessario, diventino più importanti delle ragioni di una maggioranza, per quanto larga possa essere".