Modica, a Palazzo Grimaldi il ricordo del chirurgo Salvatore Calabrese: il racconto di una vita
Un evento “amarcord” per tratteggiare la figura di un professionista vecchia maniera, di chi lascia segnali preziosi alle nuove generazioni grazie ai comportamenti e, soprattutto, alla grande umanità. Ma la serata, sabato scorso, a Palazzo Grimaldi di Modica, dedicata al medico Salvatore Calabrese, voluta dal figlio, Luigi, è andata oltre il semplice ricordo per diventare il racconto di una vita, o, per meglio dire, “l’avventura di un chirurgo”.
E, come in ogni avventura, alla fine, restano le testimonianze di chi ha avuto modo di conoscere l’uomo, il professionista, l’amico, l’allegro compagno di serate nelle trattorie di Modica. Ma, anche, la passione per le auto che faceva “curare” da Michele Iemmolo, il suo meccanico di fiducia, con il quale, spesso, concordava “diagnosi e terapie” quando il cuore della sua vettura accusava qualche scompenso.
Era anche questo Salvatore Calabrese (1924-2007), una vita professionale trascorsa tra Catania, Ragusa, Modica e Avola: nelle sale operatorie e negli ambulatori dove si recavano i suoi pazienti. E a quelli che erano stati meno fortunati dedicava le sue cure in maniera gratuita perché – come ricorda il figlio – “riconosceva, nei loro confronti, l’implicito diritto al risarcimento di un debito morale della Società nei confronti dei più sfortunati e fragili tra i Fratelli”.
Salvatore Calabrese, dopo la laurea all’Università di Catania nel 1948, conseguì numerose specializzazioni, a cominciare da quella in Chirurgia generale, nel 1955, nell’ateneo catanese. Quindi, quelle in Anestesia (Università di Padova), Urologia e Chirurgia plastica (Università di Torino). Dal 1949 al 1956 fu assistente presso l’Università di Catania, all’Istituto di Patologia chirurgica, e presso la Casa di cura privata di Catania “Villa Dina”, fondata dal padre, Luigi. Dal 1956 inizia la sua attività ospedaliera: al Paternò Arezzo di Ragusa, fino al 1962; al “San Martino” di Modica, dal 1962 al 1970; all’ospedale “De Maria” di Avola, come primario di Chirurgia, dal 1970 al 1989.
Una carriera sulla quale hanno brillato gli studi e il desiderio di sapere del dottor Calabrese che partecipava ai Congressi della Società Italiana di Chirurgia anche dopo il congedo dalla professione ospedaliera. E, fin dalla sua istituzione, frequentò la Scuola Internazionale di Scienze Mediche “Ettore Majorana” di Erice. Un altro tassello alla voglia di sapere e di capire che è possibile trovare nell’umiltà dei grandi professionisti, anche in un periodo storico non sempre benevolo con chi, come il dottor Calabrese, applicava alla lettera i dettami del Giuramento di Ippocrate, mettendo in secondo piano gli onori del primariato ospedaliero. E tutto ciò è stato riconosciuto dai colleghi che hanno portato le loro testimonianze: Ignazio Massimo Civello; Giorgio Cavallo; Giovanni Cavallo; Carmelo Cicero; Umberto Di Pasquale; Francesco Occhipinti; Carmelo Pulino.
Non sono mancate le testimonianze di amici di Salvatore Calabrese. Quella di don Giuseppe Di Rosa, parroco di Pozzallo, che, a proposito della umanità e della disponibilità di Calabrese lo ha definito “medico del corpo e dello spirito”. E, ancora, quella di Michele Iemmolo che “curava” il motore di una Fiat 600 che, nelle mani del dottore, era diventata una rombante “supercar”.
E’ stato, inoltre, fatto il primo passo per la istituzione di un premio alla memoria del dottor Emanuele Vindigni, amico e collega di Calabrese. La figlia del medico, Concetta Vindigni, donerà alla Fondazione Salvatore Calabrese – che gestisce il Museo della Medicina Tommaso Campailla di Modica – la biblioteca medica del padre. La Fondazione, dal canto suo, istituirà il premio alla memoria di Vindigni destinato a studenti delle facoltà universitarie siciliane.
La serata si era aperta con i saluti istituzionali del presidente della Fondazione Grimaldi, Salvatore Campanella, dell’assessore al Comune di Modica, Chiara Facello, e del direttore dell’Archivio storico dell’Università di Catania, Salvatore Consoli, che ha avuto un ruolo importante nella ricerca della documentazione riguardante Salvatore Calabrese.
L’evento culturale ha avuto il patrocinio del Comune di Modica, della Fondazione Grimaldi, della Fondazione Salvatore Calabrese, e dell’Università di Catania.
Nella foto, da sinistra: Chiara Facello, Salvatore Campanella, Ignazio Massimo Civello, Luigi Calabrese.