Ragusa, presentato al Circolo di conversazione di Ibla il romanzo di Enrica Mormile “Una vita nascosta”
Una immensa soffitta. Che, per dodici anni, sarà il mondo di un giovane che, in quel posto, diventa uomo trasformando le sue paure iniziali in voglia di verità contro chi lo aveva ingiustamente accusato di un delitto. Dodici anni che serviranno a Sandor – questo il nome del protagonista di una storia di solitudine ma, anche, di amore - per dialogare con il mondo che pulsa fuori da quella soffitta infinita.
Ed è la scrittura a comunicare con la vita e gli accadimenti di ogni giorno nel romanzo di Enrica Mormile “Una vita nascosta” – Castelvecchi editore – presentato giovedì 4 agosto a Ragusa Ibla, al Circolo di conversazione , dopo gli appuntamenti palermitani alla Libreria “Tante Storie” e nell’atrio di Palazzo Steri.
A Ibla, l’evento è stato supportato dal contributo economico di Allianz Assicurazione di Isabella Schininà, che ha finanziato l’affitto del Circolo, e dalla collaborazione dell’Associazione librai iblei e del Coro Mariele Ventre di Giovanna Guastella.
La serata culturale è iniziata con il saluto della presidente del Circolo, Maria Schininà, e dell’assessore comunale, Clorinda Arezzo. Poi, l’autrice del romanzo ha dialogato con la giornalista Giada Drocker, mentre il Maestro Peppe Vessicchio, marito di Enrica Mormile, ha posto l’accento sulle similitudini che si possono individuare tra uno stile di scrittura e l’armonia prodotta da una buona musica. E, in effetti, i personaggi principali che animano il romanzo, sono caratterizzati da una innata eleganza che ben si sposa con lo stile che Enrica Mormile aveva evidenziato già nel suo primo libro, “Il viale dei cancelli”.
“La luna si era affacciata a uno degli abbaini e il suo chiarore aveva inondato la soffitta andando a colpire la specchiera per poi moltiplicarsi in uno straordinario intreccio di fasci luminosi, che trasformavano quell’enorme stanza in una grandiosa e mistica cattedrale”. E’ stato l’attore romano Andrea Rizzoli a leggere alcuni brani del romanzo, intriso di sentimento poetico napoletano che si apprezza nei dialoghi, nella descrizione dei personaggi, nelle “stranezze” della cabala partenopea.
"L'idea della storia di "Una vita nascosta" – ha detto la scrittrice - è nata molti anni fa, quando mi trovai a Castel Capuano per risolvere una questione legale che riguardava l'acquisto di una casa. Nelle sale affollate e caotiche si aggiravano avvocati affiancati da persone con facce poco affidabili. Mi venne da pensare che se un imputato fosse riuscito a fuggire e si fosse nascosto nei meandri di quell'immenso palazzo ci sarebbe potuto rimanere nascosto per mesi".
Ed è da Castel Capuano, antico maniero reale diventato poi Tribunale, che prende le mosse la trama del romanzo. Napoli, 1962, esterno notte: in una rissa, Gennaro, 16 anni, uccide un coetaneo. Il fratello della vittima gli giura vendetta. Insieme a Gennaro viene arrestato ingiustamente anche suo fratello Sandor, prelevato a casa dai poliziotti che non credono alle sue giustificazioni e a quelle della madre. Sandor riesce a fuggire, in Tribunale, mentre viene condotto davanti al giudice: si nasconderà per dodici anni nell’immenso edificio e scoprirà stanze segrete…..
E’ la “vita nascosta” di Sandor che Enrica Mormile propone al lettore in maniera originale, invitandolo alla riflessione ma, anche, alla fantasia e al sogno.
NELLA FOTO, da sinistra: Andrea Rizzoli, Giada Drocker, Enrica Mormile, Peppe Vessicchio