Rinascita, pentito: ex consigliere della Calabria sostenuto dalla 'ndrangheta
"Pietro Giamborino è uno dei nostri. I voti glieli hanno fatti avere tutti i Piscopisani". Lo ha affermato il collaboratore di giustizia Raffaele Moscato rispondendo al pm della Dda di Catanzaro, nell'udienza del processo Rinascita Scott, che gli ha chiesto quali fossero per la cosca dei Piscopisani gli interlocutori politici privilegiati. Il collaboratore ha anche riferito che Pietro Giamborino, ex consigliere regionale, quando è stato eletto è andato a festeggiare a casa di Rosario Battaglia, uno dei vertici della cosca. "Si parlava sempre - ha detto - che Giamborino era un amico nostro, che ci appoggiava , aveva sistemato parecchie persone, anche a parenti di Rosario Battaglia e quando c'erano lavori da fare, come quelli di movimento terra, li faceva prendere lui a ditte vicine ai Piscopisani. Quando lo hanno votato, alle 3 del mattino è arrivato ubriaco a casa di Sarino (Rosario Battaglia, ndr) a festeggiare. Questo me lo ha detto Sarino il giorno dopo. Giamborino aveva parenti che abitavano difronte casa di Sarino Battaglia e spesso era a casa sua a prendersi il caffè". "I voti glieli hanno fatti avere tutti i Piscopisani" ha aggiunto Moscato che ha riferito che lo stesso Battaglia gli aveva detto che "Giamborino c'ha la prima, cioè che era battezzato che c'aveva la prima e che era con noi". Il collaboratore ha anche detto che l'ex consigliere regionale ha "sistemato" alcuni parenti di Rosario Battaglia: "Michele D'Angelo all'acquedotto, la sorella Maria nello studio di un avvocato e l'altra sorella Sara in un centro commerciale. La mamma di questi è la sorella del padre di Rosario Battaglia". Moscato ha poi parlato dell'omicidio di Michele Palumbo, ucciso a marzo del 2011, ritenuto uomo di fiducia del boss Pantaleone Mancuso, alias Scarpuni, attribuendolo ai Piscopisani. Un omicidio compiuto per vendicare un "affronto" e anche per sottolineare la rivalità tra il gruppo di Piscopio e la cosca di Limbadi.