Palermo, Mattarella nei testi citati da Mancino a Stato - mafia
Un altro Capo dello Stato fa capolino nel processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. Dopo Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, anche Sergio Mattarella potrebbe infatti deporre davanti alla Corte d'assise di Palermo. Sergio Mattarella, palermitano, fratello di Piersanti - il presidente della Regione siciliana ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980 - fa parte della lista testi di Nicola Mancino, ex ministro dell'Interno ed ex presidente del Senato. Mancino in questo processo e' imputato di falsa testimonianza: sarebbe stato a conoscenza della "trattativa" tra pezzi delle istituzioni e cosa nostra ma non lo ammette. Mancino subentro', a fine giugno 1992, a Vincenzo Scotti nel ruolo ministro dell'Interno nel pieno della stagione stragista avviata da cosa nostra all'indomani della conferma in Cassazione delle condanne al maxiprocesso: Lima era stato ucciso a Febbraio, a Capaci morirono Falcone, la moglie e gli agenti scorta, il 19 luglio la strage di via D'Amelio e poi le bombe in Continente nel 1993. L'accusa sostiene che l'arrivo di Mancino al Viminale sia stato dettato dall'esigenza di "alleggerire" il 41 bis (il carcere duro). Secondo la difesa invece le ragioni dell'avvicendamento sarebbero state strettamente "politiche". Sergio Mattarella, all'epoca, era vice segretario della Democrazia cristiana e partecipo' alle riunioni politiche per la formazione del governo. La Corte - presieduta da Alfredo Montalto - avrebbe voluto esprimersi ma la difesa di Mancino ha comunicato oggi che, prima di confermare o rinunciare alla citazione di Mattarella, intende ascoltare la deposizione di un altro esponente della Democrazia cristiana, Paolo Cirino Pomicino, che il 20 aprile verra' ascoltato in video conferenza.