L'appello del presidente di Circoscrione
Siracusa, troppi clochard a Ortigia: il Quartiere non li vuole
Il Centro storico di Ortigia è invaso da clochard e da senza fissa dimora. Le segnalazioni arrivano alla Circoscrizione, che chiede più controlli e soluzioni definitive all'amministrazione comunale di Siracusa. Il presidente del Quartiere, Salvo Scarso. dice: “L'operazione di sgombero di clochard e punkabbestia effettuata in maniera congiunta tra polizia municipale, carabinieri, polizia e i servizi sociali del Comune di Siracusa è stata molto gradita dalla cittadinanza, peccato però sia durata troppo poco e di conseguenza i risultati ottenuti sono davvero molto deludenti. Tutt'oggi corso Matteotti vede ancora la presenza di queste persone, che tra l'altro hanno trovato bivacco fisso anche in altre vie, come via Dione e via Landolina. Continuo a ricevere lamentele e segnalazioni da residenti e passanti in merito a questa spiacevole situazione e quindi invito l'Amministrazione e le Forze dell'ordine a intensificare gli sforzi e a rendere continuativo ed efficace un intervento che fino adesso mi è apparso semplicemente come un'azione isolata e fine a se stessa”.
Grienti aggiunge: “La vetrina è stata fatta e gli applausi pure, ma i risultati dove sono?
La nostra non è intolleranza o velato razzismo, ma la questione va vista sotto molteplici aspetti: decoro urbano, sicurezza e problemi igienico-sanitari per i passanti e soprattutto per gli stessi clochard. I senzatetto e gli animali al loro seguito sono davvero in buone condizioni di salute? Un cane, oltre a mangiare, ha bisogno anche di vaccini e trattamenti. Credo che queste persone disagiate debbano essere prima indirizzate in strutture protette e dormitori, ma poi devono anche essere seguite con costanza poiché non dimentichiamo che molti di loro sono spesso affette da patologie e dipendenze Il mio appello è rivolto al Signor Sindaco Giancarlo Garozzo, affinchè faccia quanto più possibile e in suo potere per cercare di dare un freno a questo triste e dilagante fenomeno”