Le interviste della Storia
La regina Elisabetta I era figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena. Nata nel 1533, diventò sovrana di Inghilterra nel 1558. Era una donna astuta e molto potente, che segnò la storia dell'Inghilterra a tal punto che il periodo in cui regnò è noto come “età elisabettiana”.
Noi alunni della II A abbiamo immaginato di farle un'intervista che qua di seguito riportiamo.
G.: Buongiorno, Sua Maestà, potremmo rivolgerle delle domande?
E: Sì, certo, volentieri! Chiedete pure, ho proprio voglia di far conoscere la mia storia!
G.: Bene! Allora partiamo dall'inizio. Com'è stata accolta la sua nascita in famiglia?
E.: Io, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, fui sempre considerata una figlia illegittima, in quanto il re, all'epoca della mia nascita, era ancora legalmente sposato con Caterina d'Aragona, madre della mia sorellastra Maria I Tudor, chiamata Maria la Cattolica.
G.: Ci scusi, ma con la sua sorellastra come erano i rapporti?
E.: Per niente buoni, a causa anche della differenza di culto praticato. Lei era figlia di madre cattolica, io figlia di madre protestante. Io non ero mai stata destinata a regnare e non sarei mai dovuta salire al trono, tanto che fui educata normalmente, ben lontana dalla vita di corte.
G.: E poi cosa successe?
E.: Alla morte di mio padre, Enrico VIII, dopo il breve regno di Edoardo VI, salì al trono la mia sorellastra Maria e sotto il suo governo l'Inghilterra conobbe uno dei periodi più bui della storia a causa delle terribili repressioni religiose attuate dalla sovrana, chiamata in seguito Maria “la Sanguinaria”. Successivamente salii io al trono.
G.: Sua maestà, come si sente a governare il Regno d’ Inghilterra in questo momento così difficile?
E.: Io penso di essere una donna in gamba; sono stata abituata a cavarmela da sola sin da piccola, vista la mia particolare situazione familiare. Certo, le difficoltà sono state tante, ma io non ho mai mollato.
G.: Della questione religiosa e dei conflitti tra protestanti e cattolici cosa ne pensa?
E.:= Ritengo che il mio Paese abbia fatto la scelta più giusta nel separarsi dalla Chiesa di Roma. Cercherò di difendere con tutte le mie forze la Chiesa anglicana di cui peraltro sono capo supremo.
G.:= Quali meriti riconosce al suo governo?
E.:= Ho cercato di sviluppare l'economia del mio Paese grazie al commercio marittimo che ho difeso anche con la creazione di una potente marina da guerra. Ho dato spazio alla nascita delle compagnie commerciali come quelle delle Indie Orientali e Occidentali. Inoltre, ho proseguito la pratica delle recinzioni per privatizzare i terreni comuni e dare slancio alle proprietà agricole.
G.: Come ha fatto ad accumulare tante ricchezze ?
E.:= Beh, mi piace essere onesta. Come le ho già detto sono molto astuta. Sono ricorsa a qualche affare illecito, come l’aiuto dei corsari. Sapesse quanto oro mi hanno portato a corte!
G.: Vorremmo farle ancora qualche domanda, regina, se lei permette.
E.:= Prego, domandate pure. Ho ancora qualche minuto per essere a vostra disposizione.
G= Come sono stati i rapporti con il suo avversario, il Re di Spagna Filippo II ?
E.: Questa è una domanda molto personale, ma le confesso una cosa: mi ha chiesto in moglie, ma con un avversario niente legami d’amore.
G.: Quindi con la Spagna ci sono stati rapporti conflittuali ?
E.: Certo! Pensi…l' abbiamo pure sconfitta !
G.: Possiamo conoscere qualche sua passione?
E.: Si, certo. Amo leggere i libri che parlano del Rinascimento italiano di cui sono una grande ammiratrice. Amo molto il teatro e apprezzo tanto le opere di W. Shakespeare.
G.: Per finire, pur non volendo essere invadenti, vorremmo rivolgerle una domanda indiscreta: come mai non si è mai sposata?
E.: Non ho mai avuto tempo di pensare al matrimonio; nel mio cuore esiste un unico grande amore, quello per la mia patria, l’Inghilterra.
G.: Bene, la ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato, è stata molto cordiale e disponibile nel rispondere alle nostre domande. Nel porgerle i nostri saluti la lasciamo con una frase di buon augurio: “God save the queen”. (Queste parole risulteranno familiari ai suoi futuri colleghi regnanti che a partire dal 1700 le ascolteranno nell'inno nazionale).