La crisi di governo, paura del voto perchè sanno che non torneranno mai più in Parlamento
E' fin troppo evidente che coloro che non vogliono andare al voto, sono quei deputati e senatori che vogliono restare ancorati alle poltrane. Sanno che che se . si votasse ad ottobre difficilmente riusciranno a rientrare a Montecitorio, così come a Palazzo Madama. E non sono soltanto gli esponenti dei partiti e dei Movimenti in via di estinzione, ma anche la pattuglia dei 5Stelle che hanno finito il loro repertorio della protesta, della rabbia della gente. In questi 14 mesi hanno dimostrato di non avere cultura di governo. Metà degli attuali deputati e senatori pentastellati potrebbe essere falciata dal voto degli italiani e non c'è Grillo che tenga. A rischio c'è pure Leu, + Europa e gli autonomisti dell'Alto Adige.
All'indomani delle dimissioni di Giuseppe Conte sono cominciate le consultazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale. Con la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati è partita la prima giornata, poi è entrato il presidente della Camera Roberto Fico. A seguire i colloqui con i gruppi parlamentari, a partire dal Gruppo delle Autonomie (Svp, Patt e Uv) del Senato il quale si è detto "disponibile a sostenere un governo" con maggioranza incentrata su M5s e Pd che si dovesse formare, se esso avrà "una forte impronta europeista", anche perché le elezioni rischiano di portare all'esercizio provvisorio e all'aumento dell'Iva, hanno detto la presidente del Gruppo Julia Unterberger e il vice Albert Laniece.
Il gruppo misto del Senato, pur avendo in sé varie componenti, concorda nel giudicare "pericoloso precipitare il Pese" alle urne e auspica la nascita di "un governo non breve, non di transizione, ma un governo politico". Lo ha detto la presidente del gruppo misto di Palazzo Madama, Loredana de Petris, dopo le consultazioni con il presidente Sergio Mattarella. Insieme a de Petris erano presenti al colloqui Piero Grasso, Emma Bonino e Riccardo Nencini. "Serve un governo - ha affermato Bonino - di totale alternativa politica e programmatica rispetto a quello finora visto". "Il governo avrà il compito di fare ma anche di disfare - ha aggiunto - mi riferisco al decreto sicurezza bis, alla questione migranti, allo sperpero di fondi pubblici: un autorevole governo del fare e del disfare".
Inoltre Mattarella ha avuto un colloquio telefonico con Napolitano, che in questi giorni non è a Roma. Domani toccherà a Fratelli d'Italia, Forza Italia, Pd e per ultimi i 5Stelle.
Zingaretti apre alla trattativa con i 5s proponendo un programma di cinque punti e chiedendo massima discontinuità rispetto al passato: niente Conte bis e una squadra tutta nuova. I pentastellati si sono riservati di parlare solo domani dopo l'incontro con il capo dello Stato.