Saluti romani e slogan ai funerali dell'ultrà della Lazio 'Diabolik'
Applausi, cori di incitamento e anche qualche saluto romano al Santuario del Divino Amore a Roma per i funerali di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, l'ultrà della Lazio ucciso con un colpo alla testa al parco degli Acquedotti giorni fa.
Ad attendere l'ex capo degli 'Irriducibili' anche una enorme bandiera con la scritta 'Diablo' e gli occhi del personaggio dei fumetti da cui l'ultrà ha preso il soprannome. Un'immagine riprodotta anche su parecchie magliette indossate da alcune delle centinaia di persone che sono adesso sul piazzale di fronte al santuario, il cui accesso è stato consentito solo a 100 persone per il funerale in forma privata.
Sono circa 300 gli agenti delle forze dell'ordine in campo. Il corteo funebre è partito dal policlinico di Tor Vergata, scortato dalle forze dell'ordine.
La maggior parte dei tifosi accorsi al santuario, rimasta fuori, ha salutato con applausi fragorosi, a più riprese, quelli che uscivano dal Santuario. Un gruppo è uscito dalla cerimonia con lo striscione degli Irriducibili: da questo gruppo sono partiti insulti nei confronti dei giornalisti, confinati all'interno di un recinto, a un centinaio di metri di distanza dal piazzale dove adesso si sono assiepati sia gli 'interni' che gli 'esterni' divisi da una lunga transenna che divide in due il piazzale, di qua gli uni e di là gli altri. Dal gruppo attorno allo striscione degli Irriducibili sono partiti alcuni saluti romani, rivolti ostentatamente alle telecamere, e anche un sarcastico pugno chiuso.
Pochi minuti prima un uomo, avvicinandosi al recinto, aveva dato ripetutamente degli 'sciacalli' alla stampa, insieme ad altri insulti. All'avvicinarsi delle squadre di polizia, scese dai blindati, la folla ha gridato a più riprese 'rispetto rispetto'. Ora, di fronte alla transenna che divide gli interni' dagli 'esterni' sono stati posti due supporti bianchi, forse in attesa di appoggiarvi il feretro. 'Fabrizio, Fabrizio' e 'C'è solo un capitano' scandiscono i tifosi sotto il sole. Un momento di tensione all'avvicinarsi di un reparto della polizia al piazzale dove sono assiepati i partecipanti alla cerimonia funebre. Una donna in particolare, alla vista degli agenti, si è avvicinata urlando contro di loro, frasi tipo che ci siete venuti a fare.