Tribunali da riaprire, tempi biblici per incontro fra Ministero e Regione Sicilia
Ci sono voluti più di sei mesi per ottenere un incontro con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Ce ne vogliono almeno altri sei per fare incontrare il ministro o un suo delegato con un rappresentante del Governo regionale siciliano in modo da firmare un documento già pronto da un paio d’anni. La vicenda riguarda la convenzione tra il Ministero della Giustizia e la Regione Sicilia per l’utilizzazione delle strutture dei Tribunali soppressi di Modica, Mistretta e Nicosia. Una utilizzazione i cui costi – così come previsto dal decreto legislativo numero 155 del 2012 - sono a carico della Regione siciliana. “L’assessore Bernardette Grasso – afferma in una nota l’avvocato Enzo Galazzo, componente dell’ufficio di presidenza del Comitato nazionale per la giustizia di prossimità – ha chiesto di fissare questo incontro per ben quattro volte, non ricevendo nessun riscontro alla sua richiesta. Adesso apprendo dal presidente del Comitato che di questo vertice potrà parlarsene solo a settembre, vale a dire a distanza di sei mesi dall’incontro avuto, a marzo, con il ministro Bonafede. L’inerzia del Ministero – ribadisce Galazzo - ha già prodotto la perdita delle somme impegnate dalla Regione Sicilia per l’anno 2018 in favore dei Tribunali di Mistretta, Modica e Nicosia, ed è verosimile lo stesso esito per il 2019. Pur riconoscendo i numerosi e gravosi impegni del
Ministro, è veramente strano che non si riesca a fissare una data per un incontro dai contenuti scontati”!
La vicenda della riapertura dei Tribunali italiani soppressi dalla riforma della geografia giudiziaria continua ad assomigliare sempre più ad un rebus: da un lato, infatti, si prevede nel contratto di governo Lega-5 Stelle la riapertura delle sedi giudiziarie soppresse; dall’altro non si riesce a fissare un incontro tra Regione Sicilia e Ministero della Giustizia per apporre due firme ad una convenzione prevista dalla legge. Paradossi di una situazione figlia di una riforma che avrebbe dovuto produrre un risparmio nel sistema-giustizia ma che, come dimostrano i fatti, ha causato solo nuovi costi per la collettività, altri ritardi nell’amministrazione della giustizia e disagi per i cittadini.
In questo contesto, quello che appare chiaro è la marginalità in cui sono relegati i rappresentanti politici locali che non riescono a portare avanti con efficacia le istanze dei territori che rappresentano. Ma questa è un’altra storia.