Modica. Lavoratori Asu al Comune, la CGIL: basta illusioni sulle assunzioni
"Sulla stabilizzazione degli Asu non ravvisiamo da parte del Comune di Modica la necessaria e doverosa chiarezza, che sarebbe doverosa per coloro che si sono assunti l’onere di chiudere a Modica la storia del precariato, il cui ultimo strascico è rappresentato dalle 81 unità in forza all’ente". Lo afferma in una nota il segretario cittadino della Camera del Lavoro di Modica, Salvatore Terranova (nella foto),
"Le motivazioni addotte, nei giorni scorsi, dall’Ente , ovvero che i lavoratori asu, essendo avanti negli anni, non gradirebbero l’assunzione a tempo indeterminato, perché non potrebbero conseguire comunque la pensione (fatto non vero), ci sembra una non risposta - continua la nota - o il tentativo di fuorviare l’attenzione dal problema reale, cioè il fatto che il Comune non può assumerli fino a che non sarà a posto con gli esercizi finanziari, che sono una delle pre-condizioni per operare l’assunzione non solo degli asu, ma anche per assumere altre figure professionali di cui abbisogna. Sarebbe, inoltre, dignitoso che qualche soggetto esterno al Comune di Modica la smettesse di spargere promesse di repentine ed immediate stabilizzazioni. L’ Amministrazione comunale se vuole realmente stabilizzare gli asu non ha altro da fare che adottare, prima, e far approvare, poi, dal consiglio comunale il consuntivo 2023, tutti i consolidati e il previsionale 2024 nei tempi più brevi possibile, possibilmente a ottobre, perché solo in tal modo si creano i presupposti per dare una definitiva risposta a questi lavoratori. Se l’approvazione di questi esercizi finanziari slitterà – prima- a dicembre e – poi - al 2025 si profila il rischio di dover approvare prima il consuntivo 2024 per aprire le procedure di assunzioni. Non si può che chiedere alla Giunta - conclude Terranova - di darsi una programmazione diversa per l’approvazione dei bilanci mancanti, non differendola di mese in mese, perché lo spostare in avanti la formale approvazione dei bilanci comporta ancora di più ingessare l’ente e bloccarne la pianificazione e la prospettiva".