Antonello Cracolici: " La mafia controlla ancora i territori con il racket"
"Il racket è ancora attivo e in alcuni casi è una forma di controllo del territorio da parte delle famiglie mafiose: il pericolo più incombente è l'assuefazione all'idea che si debba convivere con tutto ciò". Lo sottolinea il presidente della Commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici a margine della commemorazione di Libero Grassi, ucciso dalla mafia 33 anni fa in via Alfieri a Palermo. "Registriamo sempre più attività imprenditoriali promosse dagli estortori stessi e imprese che si rivolgono alle famiglie mafiose per entrare nel loro sistema di protezione - aggiunge Cracolici, - In questo modo si rischia non solo che la mafia continui a esercitare il controllo del territorio, ma anche che le attività economiche possano sentirsi rassicurate dall'idea di essere loro stesse a cercare una protezione che si realizza non solo con l'estorsione di denaro e con l'obbligo di garantire servizi alle associazioni mafiose.
Abbiamo sempre più elementi per dire che oggi Cosa nostra e le sue imprese rilasciano perfino la fattura".
"Dopo l'emozione dell'opinione pubblica per i fatti di sangue dei primi anni '90 si è entrati in una situazione di stasi, della quale fanno parte non solo le organizzazioni criminali ma anche quel sistema di relazioni della borghesia mafiosa che in qualche modo prova a riconquistare terreno nell'illecito e nell'opacità:
la via maestra è tenere alta la vigilanza e contrastare Cosa nostra con gli strumenti legislativi a disposizione, così da sottrarle la reputazione di cui ancora gode nei nostri territori.
Sarebbe una forma di egemonia da parte di chi esercita un principio di convivenza civile contro chi invece prova a deviare la società siciliana con forme più o meno subdole per trasmettere l'idea che la mafia sia invincibile" conclude.