Sagrato Basilica Madonna delle Grazie di Modica, parla il progettista della riqualificazione
La riqualificazione del Sagrato del Santuario della Madonna delle Grazie e dell’area antistante il Palazzo dei Mercedari
Si è parlato molto recentemente del progetto di riqualificazione del Sagrato del Santuario della Madonna delle Grazie e dell’area antistante il Palazzo dei Mercedari. Da progettista dell’opera mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni e ribattere ad una certa disinformazione e francamente anche a commenti sopra le righe che intaccano la professionalità mia e di coloro che hanno contribuito al progetto.
In primo luogo, è necessario rispondere con fatti a coloro che ci hanno accusato ingiustamente e assurdamente di non aver tenuto conto delle necessità delle persone con disabilità, persone anziane o con difficoltà motorie:
• In progetto è previsto un drop-off (spazio per far scendere) per persone con problemi di deambulazione davanti la chiesa.
• Sono previsti parcheggi per persone con disabilità accanto alla chiesa e davanti il Palazzo dei Mercedari.
• È previsto un parcheggio drop-off e dedicato per matrimoni, funerali ecc.
• Rimangono ancora parcheggi di fronte al Palazzo dei Mercedari.
• In progetto è stato anche previsto il passaggio della navetta tra il parcheggio Baricentro e Viale Medaglie d’Oro, permettendo a tutti di raggiungere chiesa e Museo senza necessità di usare l’automobile.
Il tutto ricordando che sono meno di 5 minuti a piedi tra la Chiesa e i parcheggi di Viale Medaglie d’Oro per coloro che non hanno problemi di deambulazione.
Premesso questo, bisogna ricordare che nello stato antecedente al progetto il Sagrato del Santuario della Madonna delle Grazie era tutto tranne che uno spazio vivibile. In balia della giungla delle auto parcheggiate illegalmente (gli stalli autorizzati erano tra l’altro solamente 25), delle pozzanghere, dello smog e del traffico era impossibile, ad esempio, fermarsi ad ammirare la chiesa, o sedersi su una panchina per fare due chiacchiere, magari in angolo di verde, o semplicemente passeggiare. In altre parole, è stato per troppo a lungo uno spazio di fatti vietato. Vietato a tutti: ai residenti, ai cittadini, ai fedeli, ai visitatori.
Occorre inoltre porre il progetto all’interno di una visione più ampia della trasformazione naturale e necessaria del centro storico di Modica, in cui la richiesta pressante della cittadinanza per la creazione di spazi sociali di aggregazione, di verde fruibile ed infrastrutturale, di valorizzazione dei monumenti si deve combinare con la riqualificazione dei quartieri storici sempre più depopolati, la gestione della mobilità nonché il miglioramento della resilienza della città agli eventi atmosferici estremi sempre più frequenti. Il tutto ovviamente avendo sempre come fine ultimo il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Un’ultima considerazione relativa al verde ed il suo rapporto con il contesto storico e paesaggistico del Santuario della Madonna delle Grazie. La tradizione del ritrovamento dell’effigie della Madonna con bambino all’interno di un cespuglio nel pendio di Monserrato, per quanto leggenda, ha un parallelo importante con la posizione della costruzione della Chiesa delle Madonna delle Grazie immersa tra la natura della collina e gli alberi ad alto fusto del fondovalle. Questo si evince chiaramente sia dall’affresco di S.Liborio di Raimondo Zaccaria in San Pietro - della seconda metà XVIII secolo che dai disegni di John Joshua Proby del 1847. Il progetto paesaggistico si ispira a questo contesto storico-naturalistico, utilizzando essenze arboree presenti nelle nostre Cave per i giardini della pioggia e alberelli a basso fusto a lato della chiesa, il tutto nella migliore tradizione di composizione tra architettura e natura presenti nella nostra città come ad esempio già avviene ad esempio per San Giorgio o per San Giovanni.
Auspichiamo quindi che realizzare un’area pubblica oggettivamente più vivibile a beneficio in primis degli abitanti del quartiere, ma anche dei fedeli e dei visitatori, possa essere veramente un catalizzatore per la rigenerazione inclusiva dell’intero quartiere e un riuso sociale e culturale dei nostri quartieri storici sempre più depopolati.
Note:
Le scelte progettuali sono basate su attente analisi multidisciplinari dello stato di fatto e dei problemi - anche gravi - che affliggono il quartiere. E queste non sono considerazioni soggettive, ma fatti supportati da dati scientifici provenienti da uno studio accurato eseguito durante il progetto:
• Il 98% della superficie del sagrato e l’area antistante il Palazzo dei Mercedari era rivestito in asfalto bituminoso. L’asfalto è il peggior materiale che possa essere adoperato in pavimentazioni, soprattutto nella prossimità delle abitazioni, in quanto contiene tutti gli inquinanti emessi in atmosfera. Questi vengono inoltre dilavati con le prime acque di pioggia e sono causa, per il 70% dell’inquinamento dei corsi d’acqua.
• Il solo sagrato raccoglie in media oltre 800.000 litri d’acqua piovana l’anno, il cui deflusso sull’asfalto la rendeva estremamente inquinata. Di questa, il 55%, quindi 440.000 litri, avveniva sotto forma di ruscellamento lungo la Via Mercé andava a creare notevoli disagi per la popolazione a valle e per la viabilità. Con il progetto l’80% delle acque piovane, quindi circa 350.000 litri, verranno invece gestiti e filtrati dai giardini della pioggia, con un ruscellamento restante solo del 2.5%, facilmente gestibili dalle condutture delle acque bianche esistenti.
• Come detto, l’asfalto, di cui era totalmente ricoperta l’area in oggetto, è ormai riconosciuto come elemento altamente inquinante, soprattutto con temperature elevate, in quanto avviene il rilascio nell’aria di particolato sottile (PM 2.5). In altri termini, può alimentare il pericoloso smog in misura maggiore delle emissioni dei motori a benzina e diesel messi insieme.
• Attraverso il solo posizionamento degli alberi in progetto, in un anno avremo una riduzione di biossido di carbonio atmosferico di 100 kg, l’equivalente di quanto emesso quotidianamente da un’auto media che percorre 50 km, oppure dai gas emessi di 250 auto che attraverseranno i 200 metri della piazza e del tratto di Via Mercé. Tutte le essenze arboree e piante non sono inoltre state scelte solo per la loro bellezza, ma anche per la loro capacità di filtraggio delle acque e contributo alla biodiversità.
• L’asfalto attualmente presenta ha anche un grande impatto nella creazione delle “isole di calore”. Difatti, sotto il solo, la temperatura dell’asfalto può aumentare fino ad oltre l’80% della temperatura dell’aria, per cui se avremo una temperatura dell’aria di 30°, l’asfalto sarà a circa 55°, aumentando di molto la percezione del calore per i pedoni, oltre che dell’intera area.
• La pietra calcarea prevista in progetto invece, può arrivare al massimo a 5° oltre la temperatura dell’aria; quindi, simulando sempre una temperatura di 30°, avremo al massimo una temperatura a terra di 35°, che poco o nulla influisce sulla percezione generale, ed è ulteriormente mitigata dalla vegetazione presente in progetto.
• Nello stato pre-progetto, solamente il 25% della superficie era pedonale - a fronte di più del 75% nello stato di progetto - il che portava i pedoni a pericolosi slalom tra pozzanghere e macchine parcheggiate spesso in modo ‘creativo’ finanche a ridosso dei gradini del santuario. Infatti, meno della metà delle automobili parcheggiate quotidianamente nell’area erano parcheggiate negli appositi stalli con conseguenti rallentamenti anche del traffico veicolare stesso.
• Infine, dal censimento fatto nel 2011 risulta anche che solamente 24% delle abitazioni del quartiere sono occupate con solamente 160 residenti, mentre il restante 76% risulta inabitato.
ARCHITETTO MARK C ANNATA, PROGETTISTA DEI LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE