Attività commerciali a Ragusa, sempre meno negozi nel centro storico
Il covid, il caro bollette, più in generale i duri colpi inferti dalla crisi economica. Sono le motivazioni che stanno alla base, probabilmente, della desertificazione del centro storico nella città di Ragusa secondo quanto rilevato dall’ufficio studi Confcommercio sulla demografia d’impresa in collaborazione con il centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Se nel capoluogo ibleo, nel 2012, le attività di commercio al dettaglio in centro storico erano 512, 311 quelle invece non in centro storico, questo dato è precipitato nel 2022 (ultima rilevazione riferita al 30 giugno dell’anno scorso) sino a 352 imprese in centro storico contro le 305 imprese non ricadenti nel suddetto perimetro, passando per la precedente rilevazione del 2019 con 389 imprese in centro storico e 315 non in centro storico. Per quanto riguarda invece alberghi, bar, ristoranti, queste le cifre rilevate a Ragusa: 170 imprese nel 2012 in centro storico, contro le 166 del 2022, passando per le 169 del 2019; la stessa tipologia d’impresa, ma non nella fascia del centro storico, vede 224 imprese nel 2012 con un aumento sino a 332 nel 2022 passando per le 325 del 2019.
Danilo Tomasi, presidente sezionale Confcommercio Ragusa: “Il trend, purtroppo, è evidente. I numeri parlano chiaro. L’interesse verso il centro storico è scemato. Occorre, dunque, darsi da fare per invertire la tendenza. Non possiamo non considerare quali siano le sfide da vincere, in questo senso, per il futuro. E’ necessario fare quadrato nel tentativo di restituire fiducia ai potenziali commercianti affinché investano in centro. Occorre fare sempre di più nel tentativo di garantire risposte all’altezza della situazione per una zona della città che ha bisogno di assoluto rilancio”.