Prefettura Ragusa, seduta del Consiglio Territoriale per l'immigrazione
Presieduta dal Prefetto Giuseppe Ranieri ed alla presenza del Procuratore della Repubblica di Ragusa, Fabio D’Anna, si è tenuta una seduta del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione cui hanno partecipato i vertici delle Forze di Polizia ed, in modalità di connessione da remoto, i referenti dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche sociali - IPRS di Roma che in partenariato con il Censis si occupa dei servizi di potenziamento e di supporto alla governance dei Consigli Territoriali per l’Immigrazione”.
Nel corso della seduta è stato fatto il punto sull’attività svolta per la prevenzione e il contrasto al caporalato ed allo sfruttamento lavorativo, specie in riferimento all’impiego in agricoltura nella cd. “fascia trasformata” nell’ambito del Protocollo di Intesa, promosso dalla Prefettura di Ragusa in attuazione del Protocollo interministeriale “Cura Legalità Uscita dal ghetto”, sottoscritto da un ampio partenariato e rinnovato nell’aprile scorso con l’importante adesione del Procuratore della Repubblica. Si è così inteso promuovere l’adozione di Linee guida territoriali per il contrasto allo sfruttamento lavorativo e la tutela delle vittime, realizzate anche in attuazione delle Linee Guida nazionali in materia di identificazione, protezione e assistenza alle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura.
Il Prefetto, in apertura, ha evidenziato come tutti i soggetti sottoscrittori del Protocollo, istituzionali e non, abbiano contribuito con operatività e concretezza al raggiungimento di risultati importanti, collaborando proficuamente, ma che tanto c’è ancora da fare per intervenire incisivamente in tale complesso fenomeno che, in questo territorio, assume caratteristiche peculiari di frammentazione e marginalità sociale legata soprattutto al tipo di coltivazioni, estensivamente diffuse e destagionalizzate in ragione anche della coltivazione in serre, creando centri di ascolto, consulenza, assistenza per promuovere l’integrazione dei migranti.
Come richiamato dal Procuratore della Repubblica, la piena attuazione delle Linee guida per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo e la tutela delle vittime in provincia di Ragusa, documento già in fase avanzata di analisi e condivisione, potrà consentire di promuovere percorsi chiari e univoci di emersione delle condizioni di sfruttamento e di tutela e integrazione delle vittime che presuppone innanzitutto un’attenta attività di monitoraggio delle presenze da realizzare con la collaborazione degli Enti preposti; attività che è stata già avviata con l’interfaccia tra Prefettura, Direzione Territoriale del Lavoro, Centro per l’Impiego e INPS.
Nel corso della seduta, è stato svolto un focus sui Minori con la presentazione dei primi dati del progetto “Liberi dall’invisibilità” da parte di Save The Children, che con Caritas, Associazione “ I tetti colorati”, Cooperativa Proxima, OIM ed Emergency hanno già contribuito con la Prefettura all’imminente attivazione - nell’ambito del Tavolo tematico “Inclusione socio-abitativa” del Gruppo di Lavoro “Tutela dei Minori” che avrà come interlocutori necessari l’Ufficio Scolastico Provinciale e i Comuni per l’individuazione di misure efficaci di contrasto alla dispersione scolastica legata soprattutto alla marginalità abitativa, alla difficoltà di accedere al trasporto scolastico nonché all’iscrizione dei minori negli istituti scolastici - a partire dalle materne - anche a causa della mancanza di una residenza formale.
In merito il Procuratore della Repubblica ha richiamato l’attenzione delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni scolastiche circa il preciso dovere di segnalare i ragazzini che vengono dirottati verso varie attività lavorative.
In materia di assistenza sanitaria, un interessante contributo è stato fornito, altresì, dal rappresentante nazionale di Emergency che ha evidenziato come in questo territorio siano state sviluppate importanti azioni congiunte con l’Azienda Sanitaria Provinciale che hanno favorito l’accesso alle cure e ai servizi sanitari da parte dei lavoratori migranti, sia attraverso l’attivazione di un ambulatorio dedicato sia attraverso l’attività itinerante di prossimità con l’utilizzo della “clinica mobile”.