Gara d'appalto truccata per la Messina - Catania: scattano 4 arresti
Avrebbero modificato un bando di gara per l'affidamento del servizio antincendio nelle gallerie dell'autostrada A18 Messina-Catania e della A20 Messina-Palermo, strutturandolo in maniera tale da farlo assegnare a un'Ati che si era costituita precedentemente. Questa l'accusa della procura di Messina nei confronti di quattro indagati, tra i quali un ex dirigente del Consorzio autostrade siciliana (Cas), oggi in pensione, che devono rispondere di turbata libertà dei pubblici incanti. Le misure disposte dal gip sono state eseguite dalla Dia in provincia di Messina e nel nord Italia. Gli altri tre indagati sono imprenditori che guidano realtà leader nella fornitura di servizi per la rete viaria. L'ex dirigente del Cas è finito agli arresti domiciliari, così come due dei tre imprenditori. Per il quarto indagato è scattata l'interdizione dall'esercizio di imprese e dalla possibilità di ricoprire incarichi direttivi di aziende per sei mesi. I fatti risalgono al 2020 e riguardano una gara del valore di dieci milioni di euro. La Dia ha scoperto, anche attraverso alcuni pedinamenti, "ripetuti incontri e scambi di documentazione riservata" tra gli indagati: l'obiettivo, secondo gli investigatori, sarebbe stato quello di "incidere" sui contenuti del bando che, una volta modificato, conteneva requisiti tecnici "particolarmente restrittivi" con l'intento di escludere altri potenziali concorrenti.
"Una storia dall'esito già annunciato, tutto era già stato segnalato nel luglio 2020", così il deputato Pd Nello Dipasquale commenta l'operazione della Dia che ha applicato quattro misure cautelari nei confronti di un ex dirigente del Consorzio per le Autostrade siciliane e tre imprenditori che avrebbero turbato un appalto dal 10 milioni di euro per l'affidamento dei servizi antincendio nei tratti di strade gestiti dal Cas. "Nell'esprimere i miei complimenti agli inquirenti - prosegue Dipasquale -, voglio ricordare come il Partito democratico aveva fatto notare che il bando era apertamente illegittimo".
"Il 23 luglio 2020 - racconta Dipasquale - presentai, con alcuni colleghi del Pd, un'interrogazione per chiedere la revoca della gara. Cosa che avvenne il 28 luglio successivo. Fin da subito avevamo sottolineato che i numerosi requisiti stabiliti finivano per restringere la possibilità di accedere all'appalto a un solo operatore. Poi - prosegue il deputato dem - il primo aprile 2021 il bando è stato ripubblicato. Anche stavolta abbiamo chiesto la revoca del bando facendo notare che il servizio antincendio affidato ai vigili del fuoco sarebbe costato di meno. Dal governo - racconta Dipasquale - non arrivò nessuna risposta. All'atto parlamentare. quindi, ho fatto seguire un esposto alla Procura di Messina temendo che la politica non sarebbe intervenuta. Oggi sono intervenuti gli inquirenti ma adesso chi pagherà il prezzo più alto sono i siciliani che per l'inerzia delle forze di governo dovranno subire il peso di procedure irregolari e dei disservizi che potrebbero discenderne".