Da San Gregorio di Catania a Dubai: l'Etna del vino presente a Expo 2020
Da San Gregorio di Catania a Dubai. Il sogno di recuperare una proprietà di famiglia da nove generazioni approda al palcoscenico dell’Esposizione Universale (Expo 2022) in corso negli Emirati Arabi Uniti.
Etna Urban Winery, la cantina etnea pioniera nella re-introduzione della viticoltura sull’Etna a bassa quota in quello che oggi è il contesto totalmente urbano dei Paesi Etnei, ha presentato il proprio modello di produzione e turismo ad Expo in occasione di una serie di incontri e panel dedicati alla sostenibilità (uno dei temi della manifestazione) ospitati nel padiglione italiano. La partecipazione della cantina etnea è avvenuta all’interno delle sessioni guidate dalla Urban Vineyards Association, un’associazione internazionale di vigne urbane di cui fa parte dallo scorso ottobre anche la Cantina con sede a San Gregorio di Catania.
“Un palcoscenico ed un’occasione impensabile fino a pochi anni fa che oggi è diventata realtà” commenta Nicola Purrello, uno degli 8 cugini co-fondatori e Direttore del progetto. “Siamo una piccola azienda nata in famiglia per riportare in vita una tradizione vecchia oltre 200 anni. L’Etna oggi attrae grandi capitali e grandi imprenditori. Noi schiariamo invece un’idea non convenzionale, un team giovane e multidisciplinare ed il supporto della comunità internazionale dei wine-lovers che ci ha supportato finanziariamente. Stiamo dimostrando che anche in una zona fortemente antropizzata come i Paesi Etnei si può lanciare con profitto un progetto agricolo imprenditoriale”.
Le sfide all’orizzonte non mancano. Luca e Michele Purrello, soci e co-fondatori aggiungono che “ci apprestiamo ad imbottigliare il nostro primo vino dopo oltre 6 anni dall’inizio del progetto che ci ha visto sostenere solo costi con grandi sacrifici. Proprio in questo momento però ci troviamo ad affrontare un progetto di allargamento del casello di San Gregorio che squarcerebbe in due i nostri terreni annientando il lavoro svolto con pazienza, oltre che distruggere un preziosissimo bosco di querce custodito al suo interno. Quest’ultimo è un raro gioiello naturalistico, vincolato a livello comunale e regionale e che difenderemo ad ogni costo”.