La Coldiretti nelle piazze di Ragusa e Palermo contro il caro prezzi
Agricoltori, allevatori e pastori hanno lasciato le campagne e invaso le città, da nord a sud del Paese contro le speculazioni con i prezzi per le famiglie che corrono mentre i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione. La Coldiretti ha tenuto due grandi manifestazioni pure in Sicilia. Invasa la piazza di Palermo e piazza Matteotti a Ragusa, con una delegazioni di produttori arrivata da Siracusa.
Nel capoluogo ibleo sono stati portati in strada anche i prodotti d'eccellenza dell'agroalimentare. Alla manifestazione di Ragusa ha partecipato pure una delegazione dell'amministrazione Spadola, composa dagli assessori Luigi Fratantonio (è pure vice sindaco) ed i suoi colleghi, Dino Gennaro e Vincenzo Liuzzo. "Insieme alla delegata della Condiretti, Monica Solarino - hanno detto i tre assessori - siamo al fianco delle aziende rosolinesi. Tutti contro l'aumento esponenziale dell'energia elettrica, gas, il rincaro dei fertilizzanti ed il carburante a scopo agricolo. Più lievitano i costi alle imprese e più la produzione diventa onerosa. Alla politica che conta - affermano Fratantonio, Gennaro e Liuzzo - regionale, nazionale ed europea il compito di salvare le aziende e dare una speranza ai giovani agricoltori, savando così posti di lavoro con soluzioni reali e concrete".
Presente anche il sindaco di Modica, Ignazio Abbate.
E' stato allestito il "tavolo della verità" per far conoscere ai consumatori i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori per i principali prodotti che mettono nel carrello. Presenti molti giovani agricoltori preoccupati per il loro futuro.
Numerosi i cartelli di protesta alzati dai contadini esasperati: "Il lavoro va pagato", "Non ci ha fermato il Covid, ci provano gli speculatori", "Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione", "Non possiamo produrre in perdita", "Agricoltori e consumatori vittime della guerra dei prezzi", "Troppo comodo speculare sulla nostra pelle", "Draghi aiutaci tu".
Una lettera appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere interventi immediati per l'agroalimentare Made in Italy e difendere l'economia, il lavoro ed il territorio, contro speculazioni e rincari. A scriverla il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Segretario generale Vincenzo Gesmundo, in occasione della grande mobilitazione di migliaia di allevatori ed agricoltori scesi in piazza da Nord a Sud d'Italia a gridare la propria intenzione di non volersi fermare, nonostante siano sempre più strozzati dalle speculazioni. "Il suo Governo rappresenta in questo momento, l'unica chiave di possibile stabilità per il Paese anche grazie all'impegno e ai progetti del Pnrr, che offrono prospettive all'Italia", si legge nella missiva. "È urgente che almeno una parte delle risorse del Pnrr già stanziate per l'agricoltura, come gli 1,2 miliardi per i contratti di filiera e 1,5 miliardi per il fotovoltaico senza consumo di suolo, vengano messe a disposizione quanto prima delle nostre imprese con semplici decreti ministeriali". Secondo un'indagine Coldiretti/Ixe', con l'esplosione dei costi energetici quasi un agricoltore italiano su tre (30%) è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese. I rincari dell'energia, sottolinea la Coldiretti, stanno avendo un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola.
Per il futuro sono a rischio 26mila allevamenti
Per poter pagare un caffè al bar gli allevatori italiani devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia. E' quanto afferma la Coldiretti che si è mobilitata con decine di migliaia gli allevatori, agricoltori e pastori con trattori e animali al seguito che dalle campagne hanno invaso le città italiane a partire dalla Capitale in piazza Santi Apostoli dove è mobilitata anche la mucca "Giustina" simbolo della battaglia per un prezzo del latte giusto ed onesto. "Non si può aspettare oltre per fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla" afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "a rischio c'è il futuro di 26mila allevamenti alle quali va riconosciuto il giusto compenso che tenga conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi". Il latte agli allevatori - spiega Coldiretti - non deve essere pagato sotto i costi di produzione considerato che gli aumenti vanno dal +70% per l'energia con picchi del 110% al +40% per i mangimi.