Prematurità, un dibattito a Rosolini: tra terapie e le speranze dei genitori
L’attesa della nascita di un bambino corrisponde al periodo più felice per deil neogenitori, nei quali sogni e speranze per la nuova vita che stanno custodendo si trasformano in piani e aspettative per il futuro. Cosa succede quando la meticolosa pianificazione che avevano previsto viene drasticamente interrotta da una nascita prematura? È quello di cui ieri ci hanno parlato giovani professioniste rosolinesi in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Prematurità: dal 2011 i monumenti delle città di tutto il mondo si colorano di viola in concomitanza con questa ricorrenza, ma Rosolini quest’anno ha deciso di fare qualcosa di più organizzando un incontro tenutosi ieri nella Sala Cartia del Palazzo Comunale. Il dibattito, successivamente ai saluti del sindaco Giovanni Spadola, ha visto la partecipazione dell’assessore ai servizi sociali, Concetta Cappello, e delle dottoresse Giulia Giuca, Giovanna Trombatore, Claudia Monaca e Sara Scala (rispettivamente ostetrica, pediatra e psicologhe).
Diversi gli aspetti discussi, dalle terapie come la _kangaroo mother care_ (detta anche _marsupio terapia_ che consiste nel tenere il neonato nudo sul seno materno in modo che possa ascoltare il battito della madre) al rapporto tra il bambino e la famiglia, approfondendo l’aspetto psicologico dal punto di vista materno, perché, a differenza di un neonato a termine, la mamma di un bambino prematuro è costretta a prolungare l’attesa per entrare in contatto con il proprio piccolo. “Non sono incinta, ma sono ancora in attesa” cita la dottoressa …
Non scordiamo, però, che anche un padre vive con incertezza e apprensione il lasso di tempo che intercorre tra la nascita del figlio e il riconoscimento della propria genitorialità come ci ricorda la dottoressa … che, menzionando lo psicologo Marcello Florita, autore del libro _Come respira una piuma_, riporta: “Tutti raccontano l’esperienza della nascita come qualcosa di miracoloso, magico e fantastico. Credo che in parte possa essere vero, o meglio immagino che per qualcuno lo sia veramente, ma posso dire con altrettanta certezza che non lo è per tutti.”
Il momento più toccante dell’intero incontro è stato sicuramente la testimonianza della mamma di un piccolo guerriero, la quale non ha nascosto le difficoltà e le incertezze legate al delicato evento, ma neanche l’immensa gioia che solo una mamma può provare nell’abbracciare il proprio figlio.