Ricordato a Noto il carabiniere Scatà a 76 anni dalla morte
Questa mattina nella cattedrale di Noto alla presenza dei familiari, del sindaco, Corrado Figura e delle locali Autorità, è stata celebrata una messa di suffragio per ricordare il carabiniere Francesco Scatà, classe 1920, morto a Francoforte sul Meno (D) nel 1945, dopo essere stato catturato nel corso del secondo conflitto mondiale.
Il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Siracusa, Colonnello Gabriele Barecchia, nel corso di una breve allocuzione, ha evidenziato ai presenti che la funzione religiosa non è una mera rievocazione di un certamente drammatico periodo della nostra storia e nemmeno un ripetitivo quanto sterile rituale, piuttosto si propone di indicare a simbolo ed esempio per tutti, l’invitta fedeltà e la profonda consapevolezza della propria missione, che Francesco e tutti i suoi commilitoni hanno testimoniato in quegli anni, sino all’estremo sacrificio. Nel linguaggio formale dei gesti, come nel susseguirsi cadenzato degli ordini militari, v’è l’intenzione di esprimere, in modo pieno e concreto, il senso più profondo ed intimo dell’onore che si intende tributare loro.
Il Col. Barecchia ha concluso il suo intervento ricordando che “il loro esempio, ci rammenta che la libertà e la sicurezza dei popoli, presupposti indispensabili per una serena convivenza civile, devono essere difese sempre, anche a prezzo della vita. Ed è mio, nostro dovere “ricordare”. Il ricordare, infatti, è atto vitalizzante: nel ricordare chi non è più tra noi, v’è la forza di un atto generativo, poiché in esso si perpetua una presenza che, pur se non fisica, ne conserva i caratteri distintivi. Dal ricordo, le nuove generazioni traggono insegnamento per non commettere gli stessi errori; dal ricordo di uomini come Francesco emerge la fiducia in un futuro migliore e dal ricordo dei nostri caduti, noi Carabinieri del 21° secolo traiamo la forza per proseguire, con onore, nel solco delle loro nobili gesta. Essere cittadini liberi oggi e poterli commemorare, è, senza alcun dubbio, il frutto anche del loro sacrificio di sangue e noi, nel ricordarli, dobbiamo farne tema di costante insegnamento, poiché è attraverso il loro comportamento onorevole e conforme a quegli ideali, che, a caro prezzo, è stata pagata la nostra libertà. Ed è con questo spirito che oggi rendiamo omaggio ai nostri Caduti: tedofori di un perenne messaggio di dedizione, altruismo e senso del dovere.”