Lucarelli a Noto riaccende i fari sul turismo del sud est: la politica alla prova dei fatti
Sul ‘caso Lucarelli’ scoppiato a Noto, non si è colto l’aspetto positivo offerto dalla giornalista-blogger per tentare di fare un discorso serio alla politica su come il Turismo deve muoversi in Sicilia e non soltanto nel sud est. Quel che è venuto fuori per una settimana, è stata il botta e risposta sui social, come due tifoserie da stadio, senza così cogliere gli aspetti strategici e l’opportunità perduta per una cassa di risonanza che poteva arrivare fino alle stanze del potere del governo di Roma.
Non parlo della Regione Siciliana, soltanto perché, senza i soldi della Capitale (anche attraverso l’Ue), è immobilizzata negli investimenti per creare sviluppo nel territorio e finanziare i relativi servizi.
Premetto che la vacanza da incubo denunciata dalla giornalista non mi lascia sorpreso più di tanto. Conosco il modo di fare turismo a Noto e Pachino e dintorni e so quindi che si tratta di un’accoglienza discutibile con l’obiettivo spesso(ma non sempre)di spennare il pollo di turno sperando che si accontenti del nostro mare invidiabile, dell’arte barocca e del paesaggio mozzafiato. Ma purtroppo non è così.
Ritengo che la Sicilia abbia il problema atavico dei rifiuti, delle reti fognanti, di quelle idriche ed è costretta a convivere con una rete della pubblica illuminazione oramai superata e non in grado di sopportare e supportare la richiesta dell’utenza, soprattutto in estate , anche per gli effetti del grande caldo.
È notoriamente risaputo che Enel e Terna al centro-nord investono ed al Sud inviano solo bollette.
Si tratta di quattro elementi fondamentali per fare la ‘rete del turismo’ nel sud est. Oggi in provincia di Siracusa, ci sta provando il sindaco di Avola, Città oggi, in grado di offrire servizi per il turismo, affossando la mitica Fontane Bianche degli ‘Anni Settanta”, dove non potrà mai esserci un lungomare per il cemento selvaggio sparso nel tempo. Ma Avola da sola non basta, perché una noce in un grande sacco non fa rumore.
Andiamo con ordine, così come dichiarato dal sindaco di Priolo qualche giorno fa, senza i Termo-valorizzatori ed aggiungo impianti di bio-gas,bio- metano o di bio-digestione resteremo sempre all’anno zero, con le solite discariche sature e con la spazzatura dei siciliani che dovrà essere smaltita all’estero. Vi do un dato: i cittadini di Pachino pagano circa €130€ a tonnellata per trasportare i rifiuti in discarica. Di inceneritori l’Italia è piena e al Sud l’unico attivo è quello di Gioia Tauro, in Calabria. Perché non costruirli in Sicilia? Ci sono interessi occulti per non realizzarli? Bisogna affrontare la realtà con coraggio e lungimiranza pensando ai nostri figli.
Credo sempre che ottenere la ‘bandiera blu’ nei nostri mari, con programmazione ed investimenti ambientali, è la migliore credenziale per attrarre il turismo. Ma con la fogna che sbocca a mare, vedi il caso di Porta Fossa a Marzamemi e con un depuratore obsoleto ed inadeguato alle innumerevoli utenze (che può fare fronte alle esigenze di qualche condominio), non si va da nessuna parte. Altro nodo da risolvere è quello dell’acqua. Le risorse ci sono, ma spesso vengono rubate per irrigare i campi o viene venduta per alimentare contrade e borgate assetate. L’acqua non può essere un business privato, perché è fonte primaria di vita.
Si requisiscano i pozzi e si rimetta mano all’intera rete idrica, oramai ridotta ad un colabrodo, dove la dispersione nel sottosuolo è enorme.
C’è il problema della rete elettrica. La Regione ed il Comune chiamino immediatamente in causa l’azienda di Stato per il potenziamento, aumentando la capacità delle Centrali nell’opera di distribuzione. Oggi alle mancate ‘bandiere blu’ su chilometri di costa della Sicilia, ci sono forti responsabilità della classe politica soprattutto locale, il cui silenzio negli anni è stato assordante (vedi il caso svincolo autostradale).
Non basta portare Andrea Bocelli nella capitale europea del Barocco per dire che è o si fa turismo. Sarà pure un’attrazione, ma senza una programmazione, resteremo sempre all’anno zero. E di casi come quello della Lucarelli ce ne saranno uno all’anno con vacanzieri in fuga per un’accoglienza da incubo.
Ricordiamoci che il rifiuto è una risorsa e che dobbiamo puntare ad un benessere sostenibile per noi ma soprattutto per le generazioni future.
* La Città in Movimenti Pachino