Mafia, sequestrati beni per 150 milioni a 're supermercati' di Palermo
Ha cominciato con una salumeria a Bagheria, una piccola bottega ereditata dal padre. Dopo qualche anno i negozi sono diventati tre. Poi, dalla provincia, Carmelo Lucchese, il bottegaio che ha costruito un impero nella distribuzione alimentare, è arrivato a Palermo. Un'ascesa fino ad oggi inarrestabile che, secondo la Guardia di Finanza che gli ha sequestrato un patrimonio di 150 milioni, non sarebbe frutto delle capacità imprenditoriali di un self made man, ma dell'appoggio dei clan mafiosi. In 20 anni Lucchese è riuscito ad aprire 13 supermercati tra Palermo e provincia, arrivando a fatturare 80 milioni l'anno. La sua società, la Gamac, ha 13 punti vendita a marchio Conad e Todi's tra i quali un superstore a Carini e uno a Termini Imerese. A 20 anni dall'esordio nel commercio Carmelo Lucchese si ritrova alla guida di un colosso con 400 dipendenti, attivo su una superficie di 14mila metri quadrati, e diventa uno dei punti di riferimento della grande distribuzione nel Palermitano. Mentre il settore stenta, stretto nella morsa della crisi, Lucchese cresce. Abilità? No, dicono gli inquirenti che vedono dietro la fortuna dell'ex bottegaio di Bagheria le mani della mafia. Di lui parlano diversi pentiti come Sergio Rosario Flamia e Filippo Bisconti. I collaboratori di giustizia raccontano che avrebbe minacciato la concorrenza arrivando a compiere attentati nei supermercati degli avversari e avrebbe goduto, visti i rapporti con i clan, dell'esenzione dal pagamento della tassa mafiosa, il pizzo. Lucchese dunque sarebbe riuscito a espandersi economicamente nel settore avvalendosi dell'aiuto delle cosche e sempre grazie ai clan avrebbe risolto controversie sorte con alcuni soci, ottenendo la possibilità di rilevare un'impresa contesa e beneficiando di una dilazione nei pagamenti. In cambio dei favori dei boss, ne avrebbe assunto i familiari. Secondo la Finanza, inoltre, avrebbe procurato un nascondiglio al boss Bernardo Provenzano, durante l'ultima fase della sua latitanza. Oltre al sequestro dell'azienda e delle quote sociali della Gamac Group srl, la Finanza ha messo i sigilli a 7 immobili, tra cui una villa in zona Pagliarelli a Palermo, 61 rapporti bancari, 5 polizze assicurative e 16 autovetture, tra cui due Porsche Macan. Le attività sono state affidate dal tribunale a un amministratore giudiziario. Al professionista incaricato dai giudici si rivolgono ora i sindacati che chiedono un incontro in cui discutere della tutela degli oltre 400 lavoratori impiegati nella rete dei supermercati dell'ex bottegaio di Bagheria.