Governo, il giorno dei big: Draghi vede il Cav e Grillo, ok Lega e Pd. Meloni resiste
Il giorno dei big. Il presidente incaricato conclude il secondo giro di consultazioni con i partiti accogliendo i leader, segno che la chiusura del cerchio è ad un passo. Nelle sale di Montecitorio Mario Draghi riceve prima Leu, poi Matteo Renzi, Giorgia Meloni, Nicola Zingaretti, ma soprattutto Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Beppe Grillo, tornato a sorpresa a Roma. Lo scenario è ancora fluido ma per l'ex Bce si dipanano gli ultimi dubbi: lo schema resta di una ampia maggioranza che va da Forza Italia al Pd, a Italia Viva e Lega. Anche tra le componenti del Misto tutti appoggiano il tentativo caldeggiato dal Colle, mentre resta all'opposizione, anche se costruttiva, Fratelli d'Italia. Resta ancora il dubbio Cinquestelle, che prima di aderire all'operazione consulterà la base con un voto sulla piattaforma Rousseau, che dovrebbe aprirsi domani e terminare giovedì, ma potrebbe anche subire uno slittamento per dare più tempo alla base di raccogliere più informazioni.Il clima, comunque, è positivo nel gruppo pentastellato. "Abbiamo ascoltato le idee base, il programma, le riforme, gli ambiti entro i quali intende focalizzare l'azione di governo", dice il capo politico, Vito Crimi, al termine del colloquio, durato circa un'ora e venti. "Abbiamo trovato, nelle proposte messe in campo da Draghi, una serie di spunti che avevano anticipato nelle precedenti consultazioni. Ma la più importante è che abbiamo insistito sulla creazione di un super ministero per la transizione energetica, l'ambiente e il trasporto". Il vice ministro uscente dell'Interno, inoltre, rivela che Draghi "è andato a verificare l'esperienza francese" sul punto. Non solo, perché dice di aver ricevuto la rassicurazione più importante, quella che alla voce investimenti vede in primo piano il Recovery plan, ma senza "nessuno stravolgimento" rispetto a quello elaborato dal governo Conte. Sarà quella la base di partenza. Dunque, ambiente e conservazione del buono fatto: due carte d'oro per il M5S da giocare con la propria base.Se davvero le "fragole sono mature", come scriveva sabato sul suo blog, Grillo si ritroverà in maggioranza con FI. Perché Berlusconi ci sta , eccome. "Noi faremo la nostra parte con lealtà e spirito costruttivo: la gravità dell'ora impone a tutti di mettere da parte i calcoli, le tattiche, gli stessi interessi elettorali per mettere al primo posto la salvezza del Paese. Se questo avverrà, sono certo che l'Italia riuscirà ancora una volta a risollevarsi e ad andare avanti". Il Cav però ci tiene a sottolineare che non si tratta di un'operazione politica, ma "una risposta a una grave emergenza che durerà per il tempo necessario". Infatti, la "sollecitazione" è quella di "adottare scelte di grande profilo, decidendo in piena autonomia".Di nomi, però, nessuno ha parlato. Al massimo di temi, come la progressività della riforma del fisco, di cui Draghi ha discusso con i partiti. Escludendo l'ipotesi di passare a un'aliquota unica (principio cardine della flat tax), optando per una rimodulazione, senza aggiungere nuove imposte. Punto sul quale c'è sintonia con il Partito democratico."Abbiamo trovato molto positiva la scelta dell'europeismo del nuovo governo, dei valori base della sfida europea. Ci ritroviamo molto nella prospettiva dell'integrazione europea verso un'ulteriore cessione di sovranità", dice infatti Nicola Zingaretti. Che si ritroverà a condividere l'esperienza con Matteo Renzi, che intanto esulta con i suoi di Iv: "Draghi ha detto tutte cose che ci rappresentano perfettamente, sarà un piacere ascoltarlo in Aula, ve lo garantisco". A 'bilanciare' sarà la probabile presenza di Leu, che sposa posizioni più aperturiste: "Ci riserviamo di fare le nostre scelte nel momento in cui sarà presentato il programma e sarà definito il profilo del governo", dice la capogruppo al Senato, Loredana De Petris.Conferma la sua adesione invece la Lega, con Matteo Salvini sempre più convinto dell'appoggio al nuovo governo. "E' stato un incontro utile, proficuo e positivo spero nessuno si metta di traverso", dice il segretario del Carroccio dopo le consultazioni, tornando sul tema dei 'veti'. Non ha posto condizioni, né avanzato richieste per posti in squadra, ma "sul tema del contrasto all'immigrazione chiediamo che le politiche siano di stampo europeo, che tratti la gestione come lo fanno altri Paesi. Una buona gestione dei confini, dell'integrazione e contrasto al traffico degli esseri umani".Domani Draghi completerà il giro di consultazioni con i rappresentanti degli enti locali, Anci, Regioni e Upi. Poi toccherà a Confindustria, sindacati e i rappresentanti delle confederazioni produttive. Il timing è scandito, ma non è chiaro ancora quando salirà al Colle per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. È probabile che voglia prima aspettare l'esito del voto della base M5S su Rousseau. Ma il tempo stringe e dalla settimana prossima l'esecutivo dovrà essere in pista. In gioco c'è il futuro dell'Italia.