Mafia, boss con il reddito di cittadinanza: venticinque indagati a Messina
Abbandonati dai propri clan, ridotti in miseria da anni di carcere, mafiosi, ex boss, e loro familiari cercano di approfittare per raggranellare qualche centinaio di euro attraverso il reddito di cittadinanza tentando di bypassare la norma secondo cui il beneficio non spetta a chi è stato condannato, negli ultimi dieci anni, con sentenza in giudicato per reati di mafia. La Guardia di Finanza di Messina ha scoperto 25 persone che percepivano illecitamente il reddito di cittadinanza pur avendo condanne per aver fatto parte di clan mafiosi messinesi e catanesi. Sono stati sequestrati circa 330 mila euro percepiti dagli indagati che non avevano diritto al beneficio. Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina in sinergia con l'Inps, hanno scoperto che i condannati fanno parte dei clan di maggiore spicco di Messina e provincia: Santapaola-Romeo, Sparacio, Spartà, Galli, Batanesi, Bontempo Scavo, De Luca, Mangialupi, Camaro, Ventura, Ferrante e Cintorino. Persone condannate per estorsioni, usura, traffico di sostanze stupefacenti, voto di scambio, maltrattamento e organizzazione di competizioni non autorizzate di animali. "E' stata un'operazione importante: Attraverso analisi incrociate siamo riusciti a scoprire che alcuni pregiudicati per reati di mafia, o loro parenti, percepivano il reddito di cittadinanza. Abbiamo individuato gregari ma anche mafiosi di famiglie del calibro di Romeo, Santapaola, Bontempo Scavo, Minissale, Sparacio", dice il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Messina tenente colonnello Emanuele Camerota. "In questo particolare momento - continua Camerota - abbiamo pensato fosse importante dare un segnale contro i clan mafiosi e con indagini specifiche abbiamo rilevato la truffa messa in atto da questi esponenti di spicco della mafia che, come succede sempre più spesso, cercano di ottenere vantaggi senza grandi sforzi criminali". L'operazione messinese arriva tre giorni dopo quella che a Palermo ha sgominato una gang di trafficanti di droga gestita da nigeriani: due di loro percepivano il reddito di cittadinanza. Ma sono decine i casi scoperti in Sicilia sui furbetti del reddito. Clamoroso quello reso noto una settimana fa a Caltagirone dove la Gdf ha scoperto che un percettore del reddito ha puntato su scommesse sportive online quasi 130mila euro in cinque anni. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri commentando l'operazione messinese dice: "Complimenti a Conte e Di Maio, ai grillini, a Renzi e al PD che sostengono queste misure. Questo è il governo che finanzia i mafiosi e penalizza famiglie, imprese, artigiani e commercianti bloccati dal virus. Soldi pubblici ai mafiosi, bastonate agli onesti. Basta con questa assurda logica".