Il sacrificio di Carmelo Ganci, il carabiniere ricordato a Siracusa
Ieri pomeriggio i Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa e la sorella della vittima del dovere, signora Rosa, hanno commemorato la ricorrenza del 33esimo anniversario della tragica scomparsa del Carabiniere Carmelo Ganci, con una sobria ma significativa cerimonia, limitata all’essenziale in ragione delle vigenti restrizioni anticovid.
Il comandante Provinciale dei Carabinieri di Siracusa, Colonnello Giovanni Tamborrino, ha accolto presso la caserma di Viale Tica la signora Ganci e con lei si è portato davanti al ritratto della Medaglia d’Oro al Valor Militare, presente all’ingresso dello stabile. Ai piedi del dipinto, che ritrae il giovane militare in Grande Uniforme Speciale, è stato deposto un cuscino di fiori ed osservato un momento di raccoglimento per ricordare il caduto, nel segno dell’indissolubile legame tra l’Arma ed i suoi eroi e della continuità tra passato e presente, nella gelosa custodia dei valori della memoria.
Carmelo Ganci era nato a Siracusa il 30 luglio del 1964. Appena 18enne, si arruolò nell’Arma dei Carabinieri e fu ammesso a frequentare il corso d’istruzione presso la Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias (CA). Al termine del ciclo formativo fu destinato in provincia di Napoli, presso la Stazione Carabinieri di Massa Lubrense, vicino Sorrento. In seguito fu trasferito in provincia di Caserta, presso la Stazione Carabinieri di Castel Morrone, ove prestò servizio per circa una decina di giorni prima di quel tragico 4 dicembre 1987, data in cui compì l’atto di valore per il quale venne insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare, concessa con la seguente motivazione: “A diporto in abito civile unitamente a pari grado, appreso che poco prima quattro malviventi armati avevano perpetrato rapina ai danni degli avventori di un esercizio pubblico dandosi poi alla fuga a bordo di autovettura di grossa cilindrata, con altissimo senso del dovere e cosciente sprezzo del pericolo, si poneva alla loro ricerca con la propria autovettura. Intercettati i fuggitivi ed ingaggiato con essi conflitto a fuoco, nel corso di prolungato inseguimento ad elevata velocità fuoriusciva con l’auto dalla sede stradale finendo nella sottostante scarpata, ove, ferito ed impossibilitato a difendersi, veniva vilmente ucciso dai criminali con numerosi colpi d’arma da fuoco. Luminoso esempio di elette virtù militari, ammirevole abnegazione e dedizione al servizio spinto fino all’estremo sacrificio”. Castel Morrone (Caserta) il 04 dicembre 1987.
Un destino crudele accomunò in quel tragico giorno il Carabiniere Ganci ed il collega Luciano Pignatelli. I due, liberi dal servizio, a bordo di una Fiat Ritmo si misero immediatamente alla ricerca della Saab 9000 che una banda di criminali aveva usato pochi minuti prima per fuggire dal luogo dove aveva perpetrato una rapina, nel centro abitato di Castel Morrone. Percorrendo le possibili vie di fuga, i due militari riuscirono ad intercettare l’auto dei malviventi tra Castel Morrone e Piana di Monte Verna. I rapinatori, dopo una curva ed approfittando dell’oscurità, svoltarono in aperta campagna e, spenti i fari, attesero il passaggio di Ganci e Pignatelli. I due Carabinieri, proditoriamente raggiunti ed affiancati, furono fatti segno di colpi d’arma da fuoco e mandati fuori strada, e su di loro, ormai feriti, gli aggressori si accanirono con inaudita e vile violenza, sparando decine di colpi, come evidenziato anni dopo nella sentenza che li condannò all’ergastolo.