Gennuso davanti al Gip di Catania, uno dei suoi difensori: "Non c'è prova di soldi dati al clan di Avola"
"Dalla lettura dell'ordinanza dei magistrati non ho trovato la prova del concreto scambio di denaro". Lo afferma Mario Fiaccavento, legale di Giuseppe Gennuso, il parlamentare regionale di Rosolini agli arresti domiciliari da lunedì sera per voto di scambio politico-mafioso, insieme ad altre due persone, entrambe di Avola, Francesco Giamblanco, genero del boss Michele Crapula, e Massimo Rubino che avrebbe fatto da tramite tra la cosca e l'esponente politico. "Emergono, dalle intercettazioni, delle conversazioni in cui uno degli indagati parla di pacchetti di voti. Non ci sono riscontri sulle effettive dazioni", spiega ancora il legale di Gennuso che domani sarà accompagnato al palazzo di giustizia di Catania per essere sottoposto all'interrogatorio di garanzia. Il deputato verrà sentito dal giudice delle indagini preliminari, con il deputato che cercherà di dimostrare la sua estraneità ai fatti e di non avere sborsato neanche un centesimo agli esponenti del clan. Oltre all'avvocato siracusano, Mario Fiaccavento domani alle 11 sarà presente anche il penalista Pietro Nicola Granata del Foro di Catania. E' probabile che subito dopo l'interrogatorio i difensori di Pippo Gennuso presenteranno un'istanza di revoca dei domiciliari con la conseguente remissione in libertà.
Sempre domani nel carcere di di Bicocca, sarà interrogato Francesco Giamblanco, 31 anni, l’avolese coinvolto nella vicenda giudiziaria del voto di scambio aggravato. Giamblanco è il genero di Michele Crapula, ritenuto a capo dell’omonimo clan che opera ad Avola e nella zona sud della provincia di Siracusa. Giamblanco è incensurato e nella vita gestisce un negozio di piante e fiori ad Avola insieme con la moglie, Desirèe Crapula. Comparirà per l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice Giuliana Sammartino.