Camorra, la Dia di Pavoda arresta un latitante da undici anni
Dopo quasi undici anni e' finita la latitanza del camorrista Salvatore Longo, localizzato dalla Direzione investigativa antimafia di Padova in Messico, dove viveva da tempo con la famiglia e gestiva un ristorante. Espulso in Italia dalle autorita' messicane, il 45enne napoletano e' stato catturato durante lo scalo a Madrid, in virtu' di un mandato di arresto europeo emesso dall'autorita' giudiziaria di Verona. Longo era ricercato dal 30 maggio 2007 per una condanna a 9 anni di reclusione comminatagli dal Tribunale di Verona, che lo aveva riconosciuto colpevole dei reati di estorsione - persino durante il periodo di latitanza all'estero - ed usura, con applicazione di tassi annui di interesse superiori al 200%, commessi, nelle province di Verona e Brescia tra il 2005 e il 2009, nei confronti di numerosi commercianti del settore abbigliamento. "Le attivita' criminali - spiegano gli investigatori - facevano riferimento alla cosiddetta 'alleanza di Secondigliano, in particolare al clan camorrista Licciardi, operante nella zona nord di Napoli e nel quartiere di Scampia". Sul conto dell'uomo risulta, inoltre, la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, disposta dal Tribunale di Verona nel 2006 e mai potuta notificare. Le indagini per rintracciare del latitante, svolte dalla Dia di Padova e coordinate dal procuratore della Repubblica di Verona, Angela Barbaglio, e dal procuratore aggiunto Bruno Bruni, hanno consentito negli anni di accertare che Longo, nel 2006, era entrato negli Stati Uniti attraverso il confine tra il Messico (S. Isidoro) e la California, usando il passaporto italiano e dichiarando alle autorita' di confine di abitare a San Diego; l'anno scorso si era separato dalla moglie italiana e aveva costituito un nuovo nucleo familiare con una donna messicana, dalla cui unione sono nate due figlie. Una volta identificata la compagna del latitante, e' stata individuata l'area di riferimento dei loro interessi a Tijuana, dove Longo viveva utilizzando documenti falsi intestati a Francisco Javier Gonzales. Ad attivare le autorita' messicane ha provveduto la Dia di Padova, con il supporto del Reparto relazioni internazionali, del Servizio per la cooperazione di polizia (Scip) e della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa).