Rifiuti: Sicilia, in vigore il decreto che rivoluziona la Tari
Il provvedimento riguarda il tracciamento e la misurazione degli scarti, casa per casa o condominio per condominio. Con valutazione in termini di peso o di volume. Sul settore cosi' pende ora una duplice, ravvicinata scadenza, che inchioda alle proprie responsabilita', i Comuni da una parte, la Regione dall'altra. Entra in vigore domani il decreto del ministero dell'Ambiente destinato a rivoluzionare la Tari, la tassa sui rifiuti, cosi' come l'abbiamo conosciuta. Il decreto, datato 20 aprile e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 22 maggio, dovra' ora essere attuato dai Comuni. A darne notizia la Cisl Sicilia che precisa che il provvedimento riguarda il tracciamento e la pesatura dei rifiuti, casa per casa o condominio per condominio. In pratica, introduce criteri per la misurazione, in termini di peso o di volume, dei rifiuti che vengono conferiti al servizio raccolta. Cosi', segnala il sindacato per voce del suo segretario Mimmo Milazzo, "il tema degli scarti in Sicilia ha una duplice, ravvicinata scadenza, che inchioda tutti alle proprie responsabilita': i Comuni da una parte, la Regione dall'altra". La doppia scadenza cui la Cisl fa riferimento e' quella del 20 giugno imposta nei giorni scorsi alla Regione dal ministero dell'Ambiente, che al governo Crocetta ha richiesto un cronoprogramma con le iniziative per aumentare la differenziata (al 20% in media in Sicilia) e accelerare l'iter per la realizzazione degli impianti di valorizzazione energetica della quota non differenziata. E l'altra di domani, 7 giugno, che riguarda i Comuni e apre le porte alla cosiddetta "tariffa corrispettiva" il cui importo le amministrazioni locali dovranno commisurare al servizio effettivamente reso da un lato, alla reale quantita' di rifiuti prodotti dal singolo utente o aggregato di utenti, dall'altro. Insomma, rimarca il sindacato, "nell'Isola della vergogna in cui il sistema si regge per l'80% sulla preistoria del conferimento in discarica che in paesi civili come la Svezia riguarda appena l'1% dei rifiuti prodotti, Regione e Comuni dovranno ciascuno fare fino in fondo la propria parte. E farla in fretta".