Modica, muro da ricostruire in via Pulino: segnalazione alla Soprintendenza
Un muro di contenimento in via Michele Pulino, a Modica, fa scattare una segnalazione alla Soprintendenza ai beni culturali di Ragusa. Ad inoltrarla, il presidente dell'Associazione Culturale Dialogo, Piero Vernuccio, che chiede un sopralluogo per verificare eventuali irregolarità. "Il manufatto - si afferma nella nota inviata alla Soprintendenza - fa parte del complesso Milano-Palermo, sorto dopo qualche anno dall'alluvione del 1902 con i generosi contributi donati, in particolare, da queste due città a beneficio degli alluvionati e, quindi, risalente ad oltre un secolo fa. Si teme che i conci originali non saranno più riutilizzati perché dovrebbero lasciar posto ad una struttura di cemento armato che mal si concilia con lo stato del luogo". Il presidente dell'associazione Dialogo ritiene, infatti, che i lavori che il Comune di Modica, da committente, sta facendo eseguire da una ditta appaltatrice presso la via Nuova Sant’Antonio (la strada che porta al prestigioso Palazzo Sant’Anna sede dell’Ente Liceo Convitto e dell’Archivio di Stato) non siano conformi alle regole d’arte.
Secondo Vernuccio gli originari possenti massi di pietra viva, egregiamente lavorati tutti a mano, non stanno per essere utilizzati. "E’ ipotizzabile - conclude la nota - che, a conclusione dei lavori, questi massi siano asportati (e magari venduti) privandone così il patrimonio comunale".
Non si è fatta attendere la replica del sindaco di Modica, Ignazio Abbate. "Il progetto di ripristino del muro - afferma Abbate - è stato approvato proprio dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa oltre che dal Genio Civile e il progetto è eseguito alla lettera nello sviluppo dei lavori”.
"Per quanto riguarda l'ipotesi che i massi siano asportati e magari venduti privandone così il patrimonio comunale - conclude la nota - si tratta di un'accusa gravissima, pesantissima, lesiva della rispettabilità del Comune di Modica e della mia persona che non si può tollerare. Rassicuriamo il presidente di Dialogo che nessuno si sogna di togliere i massi in pietra, che verranno nuovamente riposizionati come da progetto, e meno che mai ci sogneremmo di venderli per ricavarne profitto".