Siracusa, "Sette contro Tebe" esalta la bravura del regista Baliani
Alla presenza del governatore della Regione, Rosario Crocetta, ha avuto inizio ieri il Cinquantatreesimo ciclo di rappresentazioni classiche a Siracusa. Uno spettacolo che non ha registrato il sold out ma che ha visto tra il pubblico tutti gli esponenti della politica nazionale e regionale. Messa in scena i "Sette contro Tebe", scritta da Eschilo nel 467 a.C. Un ciclo, dedicato alla città, in un anno in cui Siracusa celebra i 2750 anni dalla fondazione; come già affermato dal commissario straordinario Pier Francesco Pinelli e dal direttore artistico Roberto Andó, presenti anche essi alla prima, la protagonista è Tebe, la paura e l'assedio in una guerra fratricida che è epilogo drammatico del destino avverso di una famiglia in cui il padre, Edipo, è fratello, figlio e sposo. Un'opera difficile che il regista Marco Baliani, ha affrontato con grande bravura rendendo perfettamente la similitudine con gli avvenimenti di sangue fratricida che, come una maledizione perenne, funestano il nostro presente e hanno funestato il nostro passato prossimo. In un impianto scenico ridotto all'essenziale dallo scenografo Carlo Sala (un albero immagine di divinità "sempre in pericolo di estinzione e in perenne germoglio" si muovono i protagonisti. Ne preannuncia il dramma con invenzione azzeccata della regia, l'aedo, custode delle sacre pietre risvegliate dal vento, interpretato da Gianni Salvo. Protagonisti Eteocle, "eroe fragile" convincente nella interpretazione di Marco Foschi, costretto ad affrontare insieme ad un popolo impaurito, l'assedio condotto dal fratello Polinice e a schierare i suoi più valorosi guerrieri, Sette eroi, contro Sette assedianti, in un corpo a corpo fratricida di fronte alle porte della città. Bella e originale la rappresentazione visiva degli scudi degli eroi, sui versi semplificati della traduzione di Giorgio Ieranò. Poco convincente Antigone, interpretata da Anna Della Rosa che non sembra incarnare il ruolo di strenua oppositrice a un fato avverso, lo stesso che condurrà il personaggio alla ribellione e al seppellimento del fratello Polinice, condannato da Creonte all'ignominia della mancata sepoltura. Bravissimi gli interpreti del coro, gli allievi dell'Accademia "Giusto Monaco" che confermano la validità degli insegnamenti dell' ADDA. I movimenti scenici, curati da Alessandra Fazzino e i costumi di Carlo Sala, con l'acidità colorata degli abiti, hanno reso visivamente la polvere insanguinata della strage, in particolare nella scena finale della composta raccolta dei cadaveri, una moderna e quasi caravaggesca Pietà. Appuntamento oggi alle 18.30 per Fenicie diretta da Valero Binasco. Anita Crispino