Conto corrente online: calendario delle spese annue nel 2017, quanto costa mantenerlo?
Che sia per esigenze personali o per fini legali, ormai tutti noi siamo in possesso di un conto corrente online o offline presso uno dei molti istituti bancari che operano in Italia. Ma vi siete mai chiesti quali costi affrontiamo per mantenere tali conti attivi ogni anno? Per rispondere a questa domanda abbiamo raccolto di seguito tutte le informazioni necessarie. Conto Corrente online o offline? Ecco dove sta la convenienza Non tutti i conti correnti hanno gli stessi costi. Proprio come i costi dei comuni servizi che possiamo normalmente acquistare, anche i conti correnti si differenziano in base a prezzi che variano a seconda delle proprie esigenze. A tali costi, inoltre, si aggiungono le spese fiscali che lo Stato prevede per l’attività del proprio conto corrente. La prima distinzione, come riporta il sito ilcontoonline.com, è da farsi proprio sulla natura dell’istituto bancario stesso. Oggi sul mercato esistono sostanzialmente due tipologie di conti: quelli classici e quelli online. Sebbene ormai tutti gli istituti bancari abbiano sviluppato applicazioni di Home Banking per i propri clienti, esistono delle banche che operano quasi esclusivamente online. Tra queste, ad esempio, troviamo ING Direct, Che Banca, WeBank ed altre che fanno di internet il proprio campo di operatività. Solitamente queste banche abbattono i costi di gestione, il che rende molto più conveniente l’apertura di un conto corrente online rispetto a quello tradizionale. Il contro di avere una banca che opera esclusivamente attraverso il web è quello di avere un rapporto meno umano con l’istituto bancario stesso. Inoltre, chi è poco avvezzo alla tecnologia potrebbero trovare questa tipologia troppo complicata da utilizzare. Nella scelta dell’istituto bancario presso cui aprire il proprio conto corrente, dunque, sono da prendere in considerazione diversi fattori oltre ai costi: disponibilità di ATM, piattaforme digitali di utilizzo, affidabilità della banca. Vediamo ora quali sono le principali spese che si incorre nell’apertura e nella gestione di un conto corrente online e offline. Costi variabili e fissi, ecco quanto si sborsa per un conto corrente Le spese di apertura e gestione di un conto corrente sono molteplici e si distinguono essenzialmente in costi variabili, legati a un certo numero di utilizzi, e costi fissi, definiti indipendentemente dall’utilizzo che se ne fa. Vediamole più da vicino. Il costo più classico è rappresentato dal canone. Esso è un pagamento mensile o una tantum durante l’anno che serve a coprire le spese per tenere attivo il conto. Il canone può essere a costo zero e in ogni caso è stabilito dalla banca indipendentemente dal numero di operazioni che si eseguono. Un’altra spesa classica è l’imposta di bollo che si paga ogni anno. Tale costo è una tassa che si versa allo Stato che ne stabilisce l’importo con la Legge di Bilancio. Per tutti coloro che durante l’anno avranno una giacenza che non supera i cinque mila euro tale imposta sarà gratuita, altrimenti avrà un costo di 34,20 euro per le persone fisiche e di 100 euro per gli utenti business. Infine un'altra spesa ricorrente è quella per il possesso della carta di debito (il bancomat) o di credito. Tali spese sono spesso gratuite ma può capitare che venga richiesto un pagamento annuale. Un costo accessorio alla spesa del bancomat è anche quello dei prelievi presso ATM di banche diverse da quella presso cui si apre il conto. Altre spese varie, infine, sono quelle per invio di estratto conto – che si azzera in caso di utilizzo di comunicazioni digitali -, spese per lo scoperto massimo trimestrale – applicate alle giacenze in negativo – e le commissioni per operazioni: bonifici bancari, pagamento bollettini, ricariche telefoniche ecc. Come già detto, ogni istituto bancario è libero di poter scegliere i costi dei propri servizi. Per questo, quindi è utile confrontare le varie proposte prima di scegliere l’istituto bancario presso cui aprire il conto. Fonte: ilcontoonline.com