Autobomba
Esplosione nel centro di Ankara, 28 morti e 61 feriti
Il sangue torna a scorrere ad Ankara. L'esplosione di un'autobomba al passaggio di un convoglio di soldati ha causato almeo 28 morti e 61 feriti. Tutto e' avvenuto alle 19,30 locali (le 18,30 in Italia) in pieno centro a poche centinaia di metri dal comando generale delle forze armate e del Parlamento. Il portavoce del governo Numan Kurtulmus, ha rilasciato una dichiarazione in cui punta il dito contro il partito curdo dei lavoratori (Pkk), come possibile autore dell'attentato. "Faccio appello agli amici della Turchia perche' nella lotta globale al terrorismo non facciano distinzioni". Riferimento alle recenti polemiche con Usa e Russia, che considerano i curdi siriani del Pyd come alleati, mentre per Ankara li considera la costola siriana del Pkk, organizzazione attiva nel sud est del Paese, con la quale Ankara e' in guerra dal 1984. Il premier Davutoglu ha dichiarato che le indagini per svelare i colpevoli sono gia' partite, mentre il Consiglio per la sicurezza nazionale e' riunito d'urgenza. Ferma la condanna da parte del partito governativo Akp, che attraverso il proprio portavoce Omer Celik ha twittato che "il terrore ha colpito Ankara in maniera vile", prima di ribadire la condanna dell'attentato. L'autorithy turca per le televisioni RTUK, ha imposto il blocco di immagini e notizie relative l'attentato che possano in qualche modo danneggiare le indagini. Sul luogo sono subito accorsi i mezzi della polizia, dei vigili del fuoco e della polizia scientifica, che hanno chiuso la zona al traffico. Un vertice sulla sicurezza, presieduto dal presidente Erdogan, era in corso al momento della deflagrazione. Il premier Davutoglu ha cancellato la visita in programma a Bruxelles. Il 10 ottobre scorso sempre ad Ankara l'attentato piu' sanguinoso della storia turca: alla vigilia delle elezioni due kamikaze si fecero saltare all'uscita della stazione centrale della capitale uccidendo oltre 100 persone e ferendone 400. Nessuno ha rivendicato l'azione anche se l'analisi del Dna rilevarono che uno dei due attentatori suicidi era fratello del kamikaze che il 20 luglio 2015 uccise 33 persone a Suruc, nella Turchia sud-orientale, ad una riunione di giovani socialisti. Quell'attentato venne rivendicato da Isis. Da Roma il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che domenica sara' ad Ankara per una visita programmata da tempo, ha espresso profonda' commozione e solidarieta' al popolo ed al governo turco per l'attentato dinamitardo che in serata ha visto ad Ankara l'esplosione di un'autobomba al passaggio di un convoglio di militari. Dura condannata da parte del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha anche espresso le sue condoglianze "alle famiglie delle vittime e al popolo turco. Il mio pensiero - prosegue lo statista norvegese - va anche ai feriti. Non ci possono essere giustificazioni per attacchi cosi' orribili. Gli alleati della Nato sono al fianco della Turchia nella lotta al terrorismo".