Procura di Roma
Vaticano, indagato Nattino: nuovo filone bancario
Il promotore di giustizia vaticano, in seguito a un rapporto dell'Autorità di informazione finanziaria, ha indagato Gianpietro Nattino, presidente di Banca Finnat, per operazioni di compravendita titoli e transazioni, e per questo ha chiesto la collaborazione a Italia e Svizzera, tramite rogatorie. Non ci sono altri indagati.
Padre Lombardi ha voluto sottolineare che il Papa non è sconfortato dal'inchiesta giudiziaria che ha portato all'arresto di mons. Balda e di Francesca Chaouqui.
'Il Vaticano - ha aggiunto - non prende decisioni sulla base dei libri di Nuzzi e Fittipaldi. Il Vaticano conosce già molto bene la realtà e sa cosa deve fare"
Un monsignore in cella. Una ex collaboratrice laica del Vaticano anch'essa arrestata, e in breve rilasciata perché ha immediatamente collaborato con le indagini. Sono questi, finora, i contorni della nuova bufera giudiziaria scoppiata Oltretevere per la rinnovata azione dei "corvi", la fuga di notizie e carte segrete finite in inchieste giornalistiche e ora in due libri di imminente uscita. Un nuovo, bruciante caso 'Vatileaks' a distanza di tre anni e mezzo da quello che portò in cella l'ex maggiordomo papale Paolo Gabriele per i documenti trafugati nella segreteria di Benedetto XVI. Dopo quasi sei mesi di indagini della Gendarmeria vaticana sulla sottrazione e divulgazione di carte riservate - l'inchiesta è partita a maggio - i clamorosi sviluppi si sono concretizzati tra sabato e domenica.
Già nel 2014 era stato monsigor Scarano, arrestato e da poco tornato in libertà, a raccontare agli inquirenti "i sistemi" della Finnat. Scarano aveva accusato Nattino (proprietario della banca a conduzione familiare) di avere effettuato con la complicità dei dirigenti Apsa l’operazione una operazione di riciclaggio e manipolazione del mercato. “Nattino avrà fatto passare il titolo (Finnat, ndr) sul mercato, lo avrà fatto poi riacquistare tramite Apsa. Esistono tanti altri conti cifrati dentro una bella cassaforte con i documenti. Quei documenti dovranno andare nelle mani del Papa” diceva allora Scarano.
Ora la Reuters racconta che quei sospetti su Nattino, per gli investigatori, sono diventati sempre più insistenti: vogliono vederci ancor più chiaro sui conti utilizzati per traffici personali sul mercato azionario italiano e su 2 milioni di euro trasferiti in Svizzera poco prima delle severe leggi anti riciclaggio introdotte dal Vaticano.
In particolare, ad attirare l'attenzione degli inquirenti, c'è il "portfolio 339" APSA. Quattro conti separati in uso a Nattino e che il rapporto indica come di "dubbia provenienza e la destinazione finale dei fondi nella chiusura del portafoglio 339 è dubbia".
Gli investigatori avrebbero chiesto ad un pm milanese che aveva già aperto una indagine sul caso di esaminare il possibile riciclaggio di denaro, insider trading e manipolazione del mercato relativi ai conti di Nattino ed eventuali corresponsabilità del personale Apsa.