Napoli, Di Lauro dopo l'arresto si punta alla rete dei fiancheggiatori
Negli uffici della Questura e del Comando provinciale dei carabinieri di Napoli dopo l'arresto di Marco Di Lauro, il rampollo del clan che per anni ha controllato l'affare del traffico della droga nell'area a nord del capoluogo, si continua a lavorare senza sosta. Un business che scatenò anche una faida, con decine di morti, tra i fedelissimi del clan e coloro che avevano deciso di mettersi in proprio e per questo definiti i "girati" o gli "scissionisti". Gli investigatori, infatti, ora puntano alla "rete dei fiancheggiatori', ovvero a quelle persone che avrebbero aiutato Marco Di Lauro a sfuggire alle manette negli ultimi 14 anni. Al vaglio delle forze dell'ordine c'è anche quanto è stato ritrovato nell'anonimo appartamento di via Emilio Scaglione dove nel primo pomeriggio di ieri il 39enne è stato sorpreso. Era con la sua compagna e con due gatti. I vicini di casa dicono di non aver notato mai nulla di sospetto. Di Lauro usciva pochissimo da casa. Conduceva insomma una vita normale senza destare alcun sospetto. Niente lusso, niente auto potenti. Il 39enne, sfuggito all'arresto nel dicembre del 2004, non si sarebbe mai allontanato da Napoli anche se avrebbe fatto qualche puntata all'estero. Si è detto che usciva di notte travestito da donna: ipotesi, quest'ultima, alla quale le forze dell'ordine non credono. Intorno al suo alloggio non sarebbero state trovate delle telecamere. E all'arrivo degli investigatori non c'erano vedette. Ora si lavora per capire da quanto tempo fosse in quell'appartamento. Per questo, fanno sapere gli investigatori, verranno messe a sistema tutte le informazioni che sono state acquisite. Sulle tracce di Di Lauro negli ultimi anni sono stati gli uomini delle sezioni 'catturandi' della squadra mobile della questura di Napoli e quelli del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri che hanno sempre lavorato in piena sinergia. Sono investigatori di provata esperienza che sono definiti gli "invisibili", sempre con la valigia pronta per spostarsi da un capo all'altro dell'Italia, e talvolta anche all'estero, per inseguire i latitanti. Tutti abituati però ad un lavoro 'sotto traccia', di pedinamenti e di ascolto e a non trascurare alcun dettaglio, anche quello più insignificante che però può essere determinante per scovare un latitante. Talvolta basta poco per mettere a repentaglio un'attività che semmai è andata avanti per mesi. E capaci di diventare operativi in pochi minuti. Così come è avvenuto nel pomeriggio di ieri quando sono arrivati nel covo di Marco Di Lauro.