Torino, gli prescrivono Aerosol: muore dopo in ospedale
Visitato all'ospedale gli hanno prescritto dell'aerosol, ma una volta a casa è morto. Giacinto è stato al mondo solo venti giorni e sulla sua vicenda la Procura di Torino ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, per omicidio colposo. Sul suo corpicino sono state effettuate due autopsie: l'ipotesi più probabile è quella di polmonite fulminante, ma la causa esatta del decesso si saprà soltanto tra qualche mese, dopo che verranno svolti ulteriori accertamenti. Il piccolo soffriva di forti attacchi di tosse e svenimenti. Rifiutava il latte, vomitava, passava intere giornate a dormire. Il 31 gennaio, i genitori si sono rivolti alla pediatra di fiducia. "Ci ha dato delle gocce e ci ha detto che, se la situazione non fosse migliorata, saremmo dovuti andare in ospedale". Così, alle 3.30 del primo febbraio, in piena notte, mamma e papà hanno preso il bimbo in braccio e si sono presentati al pronto soccorso del Maria Vittoria. "Una visita durata non più di un quarto d'ora - spiegano - L'hanno dimesso per una rinite e gli hanno prescritto l'aerosol. Abbiamo cercato la più vicina farmacia di turno, avremmo fatto qualunque cosa per nostro figlio". Le condizioni del piccolo, però, si sono aggravate e la mattina del 2 febbraio ha perso i sensi. "Non respirava, era livido in volto". I genitori hanno chiamato il 118, ma Giacinto è morto poco dopo essere arrivato all'ospedale. "Abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato detto di fare. Ora vogliamo solo giustizia", dice il papà, marocchino di 40 anni, in Italia da 23, che con la moglie, italo marocchina 28enne e due figli di sei e tre anni, abita in una casa di ringhiera alla periferia Nord di Torino. "Continuiamo a guardare le sue foto: è tutto ciò che ci rimane". E dire che alla nascita il bimbo pesava quasi 3 chili e nelle ultime settimane aveva anche preso 300 grammi. Poi le sue condizioni sono precipitate. I genitori di Giacinto si sono rivolti all'avvocato Enzo Pellegrin e la zia ha denunciato l'accaduto sui social. "Mio nipote ci ha rimesso la vita - sostiene la parente - ma poteva capitare ad altri". Lei, nel tentativo di trovare una spiegazione all'accaduto, punta il dito contro i medici. "Questa cosa non deve succedere mai più - dice - non deve succedere a nessun bambino. E, soprattutto, chi ha sbagliato deve pagare...". La Procura, che acquisirà tutta la documentazione medica, invita però alla cautela. Sul corpo del bambino è stata eseguita l'autopsia dal medico legale Francesco Bison e da un anatomopatologo della Città della Salute di Torino, ma per stabilire le cause del decesso sono necessari gli esiti del campionamento su cui verrà fatta una lunga serie di complesse analisi. "Ti abbiamo dovuto salutare per sempre - scrive la zia, ancora sotto choc, su Facebook - Che Dio ti accolga nelle sue braccia". Per ora, al primo piano di quella casa popolare di Barriera di Milano, rimane solo il dolore. E, in un angolo, un passeggino vuoto.