Camorra infiltrata in Veneto, maxi blitz con 50 arresti
Colpo alla camorra infiltrata in Veneto. La Guardia di Finanza e la Polizia, coordinate dalla Dda di Venezia, stanno eseguendo 50 misure cautelari e 11 provvedimenti di obbligo di dimora e di altro tipo. Sequestrati anche beni per 10 milioni. Gli arresti sono scattati a Venezia, Casal di Principe, in provincia di Caserta, e in altre località.
I destinatari del provvedimento sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso e altri gravi reati.
A commissionare le estorsioni, per recuperare crediti, erano imprenditori e semplici cittadini, di quelli che si proclamano perbene, ma che non hanno avuto scrupoli nel rivolgersi alla malavita, invece che alle forze dell’ordine o alla magistratura, consentendo agli esponenti della Camorra, trasferitisi in Veneto, di radicarsi e rafforzare il loro potere, basato su violenza e intimidazione. Nomi eccellenti fra i cinquanta arresti per le infiltrazioni camorristiche nel Veneto Orientale. In manette è finito anche il sindaco Mirko Mestre, avvocato, mentre risulterebbe indagato il suo vice, Graziano Teso. Dall’alba di questa mattina due auto, uno della Finanza e una della Polizia sono davanti all’ingresso del municipio, nella piazza con il mercato in corso gente attonita e incredula. “E’ una brava persona” non ci posso credere dicono fra le bancarelle e nei bar . Al centro della mega operazione coordinata dalla Procura antimafia di Venezia, e condotta dal Gico di Trieste e dalla Squadra mobile lagunare, quello che viene considerato il referente locale del clan dei casalesi, Luciano Donadio, 53 anni, sorpreso nel cuore della notte nella sua abitazione a poca distanza dalla centralissima piazza Garibaldi. Arrestato anche il suo primogenito, Adriano Donadio, titolare del Punto scommesse Snai, che affaccia sempre su piazza Garibaldi, locale che è stato sequestrato.