I Fatti di Avola 56 anni dopo, Alosi: impegno concreto per il lavoro
Oggi ci troviamo qui, ad Avola, per ricordare i Fatti del 2 dicembre 1968, un momento drammatico che ha segnato la storia del nostro territorio e dell’intero Paese. In quel giorno, due braccianti, Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, persero la vita sotto i colpi della repressione, mentre chiedevano semplicemente ciò che spettava loro: dignità, diritti, e una giusta retribuzione per il loro lavoro. Quei sacrifici non furono vani. Da quella tragedia nacque una nuova consapevolezza collettiva, che contribuì a importanti conquiste sindacali, come l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori. Fu il segnale che i diritti non si ottengono mai per concessione, ma attraverso la lotta, l’unità e il coraggio di chi non si piega davanti alle ingiustizie. Oggi, a distanza di 56 anni, dobbiamo chiederci cosa quei fatti ci insegnano per il presente. In un contesto di lavoro sempre più precario, dove spesso si tornano a vedere condizioni di sfruttamento, è nostro dovere raccogliere quell’eredità di lotta e continuare a difendere chi lavora, chi soffre, chi non si rassegna. Il ricordo dei Fatti di Avola non deve essere solo un atto di memoria, ma un impegno concreto. La CGIL di Siracusa continuerà a essere al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, per costruire una società più giusta, solidale e rispettosa dei diritti di tutti. Giuseppe e Angelo vivono nelle nostre battaglie quotidiane. Non li dimenticheremo mai. Lo scrive in una nta il segretario della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi.