Lavoratori dello spettacolo: il Cdm impugni la legge regionale siciliana
A seguito dell'emanazione in Sicilia della legge regionale 25 del 12 agosto scorso, si risolleva la protesta degli operatori dello spettacolo dal vivo che già lamentavano "gravi disuguaglianze e disparità di trattamento causate dalle norme finanziarie emanate a novembre 2023 e gennaio 2024 dall'Ars, che prevedevano una gran mole di contributi finanziari straordinari per eventi di spettacolo, assegnati in assenza di criteri normativi su requisiti e modalità di spesa". Nei giorni scorsi una trentina di organismi del settore hanno dato mandato all'avvocato Francesco Mauceri di Catania per inoltrare un'istanza alla presidenza del Consiglio dei ministri, al fine di sollevare la questione di legittimità costituzionale dell'art. 44 della legge regionale dello scorso 12 agosto, in contrasto, secondo i lavoratori dello spettacolo, con 7 articoli della Costituzione: 3, 9, 33, 41, 81, 97 e 127 e la violazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea (Tfue), rilevanti ai sensi dell'art.117 della Costituzione. Nell'istanza si chiede al Cdm di impugnare la legge. La norma regionale assegnerebbe "a pochi soggetti privati e anche pubblici ingenti contributi straordinari, finalizzati alla realizzazione di investimenti ed interventi nel settore del turismo (e spettacolo) che, aggiunti a quelli disposti dalle precedenti leggi regionali (25/2023 e 3/2024), assommano a ben oltre 20 milioni di euro".