Campo (M5s): "Disservizi al museo archeologico di Ragusa, affronto alla storia"
"Il museo archeologico Ibleo di Ragusa appare come uno scrigno pieno di meraviglie abbandonato in un vicolo cieco del centro storico. Un affronto alla storia e alla memoria della nostra città e uno spreco enorme di ricchezze.
La responsabilità non può non ricadere su chi amministra il patrimonio culturale e archeologico di Ragusa e in special modo il Parco di Kamarina e Cava d'Ispica". Lo afferma Stefania Campo, deputata all'Assemblea regionale siciliana del gruppo parlamentare M5s.
"La struttura regionale, manco fossimo in aperta campagna, non è dotata di un collegamento internet e quindi non esiste biglietteria elettronica. Gli stessi biglietti cartacei che vengono consegnati agli avventori risalgono a qualche decina di anni fa e riportano il costo di ingresso di 2 euro al posto dei 5 attuali, ma siccome le disposizioni dall'alto dicono che questi vecchi blocchetti vanno smaltiti, i ticket vengono modificati a mano scrivendo il costo odierno. Un dettaglio che ovviamente provoca fastidiose polemiche appena il visitatore si approccia all'imbarazzato personale del Museo" prosegue. "Non c'è alcun impianto di condizionamento climatico, quindi caldissimo in estate e freddo pungente in inverno, e un grande disagio causato sia ai turisti che al personale dipendente. È presente, esclusivamente, una piccola e vetusta stufetta a muro degli anni Settanta. Nient'altro", lamenta. "L'ingresso di via Natalelli si presenta nel degrado più ingiustificabile. La porta sulla stradina ha, sull'uscio, un tappeto sporco, mentre lungo la facciata sono allocati una decina di bidoni della spazzatura, fra l'altro lasciati in uno stato di assoluta indecenza. Accanto a questi, risalta la presenza di cumuli di detriti edili non smaltiti e abbandonati in loco da settimane. All'esterno del Museo, infine, non è presente alcuna insegna con gli orari di apertura", denuncia. "Un altro aspetto gravissimo, che denunceremo al nucleo dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, è la totale assenza di un sistema di videosorveglianza; elemento imprescindibile per la sicurezza di un luogo che custodisce reperti di inestimabile valore". sostiene la deputata. "Oltre a tale denuncia, presenteremo uno specifico e dettagliato atto parlamentare con cui chiederemo al governo Schifani di intervenire con urgenza per restituire al sito la centralità che merita", conclude.