Tribunale di Ragusa, il soffitto cade a pezzi: chiude parte del secondo piano
Chiude per crolli un’ala del Palazzo di giustizia di Ragusa di via Natalelli. Si tratta di una chiusura temporanea disposta dal presidente del Tribunale, Francesco Paolo Pitarresi, in seguito ad evidenti carenze strutturali evidenziatesi nel corridoio e nei locali al secondo piano dello stabile, nell’ala della cancelleria della volontaria giurisdizione.
Il provvedimento è stato adottato in via di urgenza dopo che, durante la rimozione di un condizionatore agganciato al soffitto, si è verificato un distacco parziale del soffitto stesso. Gli operai che stavano eseguendo i lavori hanno così potuto verificare l’estrema pericolosità a causa dello stato di degrado delle armature strutturali per l’ossidazione del materiale ferroso.
E’ stato, quindi, avvisato l’Ufficio tecnico del Comune di Ragusa che, effettuando con proprio personale i necessari sondaggi sull’intera ala dove si era verificato il crollo del soffitto, ha potuto accertare la criticità delle condizioni in almeno il 50% della superficie esaminata con potenziale, concreto rischio – afferma il presidente del Tribunale – di distacco dell’intonaco e delle pignatte e conseguente pericolo per l’incolumità dei magistrati, dei dipendenti e dell’utenza.
Da qui la disposizione di affidare subito i lavori che dovrebbero durare tra i 10 e i 15 giorni con una spesa di circa 10.000 euro, salvo imprevisti. Fino al ripristino delle condizioni di sicurezza è vietato l’accesso al secondo piano dello stabile di via Natalelli che ospita il Trbunale, limitatamente all’ala dove ci sono gli uffici della volontaria giurisdizione, l’archivio dei corpi di reato e gli operatori “Data Entry”, e le stanze dei dottori Dimartino e Scollo.
L’allarme per le condizioni strutturali del Palazzo di giustizia di Ragusa è stato lanciato più volte dai sindacati. E non solo per l’immobile di via Natalelli. Le criticità sono state denunciate anche per il Palazzo Ina di piazza San Giovanni, per il Palazzo ex Telecom e per l’ufficio del Giudice di pace.
Per non parlare di un altro avvertimento, dell’ottobre 2013, a firma del presidente e del procuratore del tempo. Anche questo, rimasto inascoltato per molti anni. Così come rimase lettera morta la denuncia al Ministero della Giustizia sulle criticità strutturali del palazzo di via Natalelli (evidenziate anche dal Genio civile) e sulla mancanza di misure di sicurezza previste dalla normativa antinfortunistica. Una denuncia che fu frettolosamente archiviata come “campanilista” perché presentata dal Comitato Pro Tribunale di Modica. Ma questa è un’altra storia.