Al 'Santuzzo' di Floridia entra nel vivo la Festa per la Madonna di Fatima
Entrano nel vivo a Floridia le celebrazioni della festa della Madonnina di Fatima che quest’anno presenta un ricco e variegato programma che si svolgerà dal fino al 7 luglio: sagre e percorsi gastronomici, eventi folclorici, momenti di spiritualità e di devozione religiosa, processione religiosa con la presenza dell’Arcivescovo di Siracusa Mons. Francesco Lomanto con sparo di mortaretti ed esibizioni di celebri gruppi musicali.
Una nota del semiologo Salvo Sequenzia illustra l’importanza storica e religiosa dell’avvenimento.
Nella devozione floridiana alla Madonnina di Fatima riverbera l’eco della grande devozione che il popolo siciliano ha avuto in ogni tempo per la Madonna.
La devozione alla Vergine Maria, infatti, rappresenta uno dei tratti più significativi della devozione religiosa popolare in Sicilia. Non è un caso che la protettrice della nostra isola sia proprio la ‘Madonna Odigitria’, ‘colei che mostra la via’.
Nella via di un povero quartiere di Floridia, il Santuzzo, ha inizio, nel 1966, la storia della famiglia Amenta, una delle vicende più emblematiche che testimoniano la devozione per la Madre di Dio nella comunità floridiana.
La moglie di don Giuseppe Amenta, u Lintinisi, prostrata dalla malattia, invocava la Madonna di Fatima nelle sue giornate di straziante dolore, sentendo il sollievo della preghiera lenire le sue sofferenze. Chiese al marito di realizzare una edicola votiva in quella semplice dimora di via Reale. L’edicola con la piccola statua della Madonna di Fatima diviene subito meta dei fedeli del quartiere che si raccolgono nella preghiera e nella recita del santo rosario richiamando ben presto l’interesse della chiesa ufficiale.
Il quartiere Santuzzo era allora parrocchia della chiesa di San Francesco. Sarà proprio padre Giacinto Mangani, Superiore e parroco della chiesa dal 14 settembre 1960, a interessarsi della vicenda informando la Curia per venire incontro alle attese dei devoti.
Il 16 maggio 1966 l’arcivescovo di Siracusa, Ettore Baranzini, benedirà solennemente la statuetta della Madonna di Fatima alla presenza della comunità dei devoti.
Ha così inizio una lunga, intensa storia di fede e di comunità che, dal povero quartiere del Santuzzo si irradia diffondendosi in tutta Floridia, che tributa la sua fede alla Madonna di Fatima nella festa che si celebra annualmente la prima domenica di luglio e che, ogni anno, si arricchisce di iniziative e di attività. Gli elementi ci sono tutti: la processione, il triduo, la recita del rosario; e, poi, la banda musicale, la cena, la questua, i fuochi pirotecnici. Festa di famiglie e festa di comunità; ma, soprattutto, festa che si apre a una promessa di speranza, a una attesa di rigenerazione non passiva, ma vissuta e partecipata come agape fraterna, esperienza comune, civica, di un ‘fare’ costruttivo che lega generazioni di famiglie.
La storia di una famiglia e di un quartiere diviene, così, storia di un paese e di una comunità che si raccoglie attorno e accanto a una testimonianza di fede che è, anche, ‘segno’ di speranza. Non è un caso che proprio dal Santuzzo si irradi la devozione per la Madonna di Fatima. Nel passato, il luogo è stato sempre considerato ’sacro’: qui, da tempo immemore, si seppellivano i defunti, come testimoniano le numerose tombe sicule scoperte da Paolo Orsi durante la campagna di scavi del 1901 e come attesta la presenza del primo cimitero extra-urbano.
Chi conosce la nostra storia sa bene come il culto mariano sia radicato tra i floridiani sin dalla fondazione del borgo nel 1627 con la costruzione della chiesetta dedicata alla ‘Madonna delle Grazie’, cuore spirituale dell’antica Floridia. Non c’è casa di Floridia, oggi, che non custodisca una effigie o una statua della Madre di Dio: l’Addolorata, l’Immacolata, l’Ausiliatrice, l’Assunta, la Madonna del Carmelo, la Vergine di Guadalupe, la Madonna di Lourdes e, non ultima per sentita devozione, la Madonnina di Fatima.
Per i floridiani, che venerano Maria Immacolata come Patrona e protettrice della città dal 1877 e la cui devozione si attesta al 1821-1822, la Madre di Dio è, semplicemente, la ‘Bedda Matri’: la Madre dolcissima di ognuno, onorata con devozione pura e profonda, realizzazione perfetta della ‘Chiesa del Dio Vivente’, progetto di comunità che si fa Storia di salvezza.
Dalla piccola storia della statua votiva di via Reale, in un presente che sfugge di continuo alla nostra presenza appiattito nella dimensione inorganica del digitale e deprivato di autentiche relazioni sociali, viene oggi testimoniata e affermata l’importanza del rito, nella sua consistenza simbolica e nel suo aspetto pratico, quale collante pregno di senso nei rapporti tra gli individui che compongono una comunità solidale e affettiva.
Salvo Sequenzia