Palazzolo in lacrime per Vincenzino, mamma Paola: Giustizia per mio figlio
Non è una festa, ma un funerale. Piazza del Popolo è gremita. Adulti, anziani e soprattutto bambini che tra le mani tengono i palloncini bianchi in attesa di lanciarli nel cielo di un paese ancora scosso per una tragedia immane. E' questa Palazzolo, quasi novemila abitanti, paese capofila dei Comuni montani della provincia di Siracusa, che piange uno dei suoi figli. Vincenzo se ne ha andato troppo presto, a 10 anni, forse per un destino tragico, forse per un incidente che si poteva evitare. Accanto alla bara bianca c'è la mamma Paola, il papà, i fratelli, i parenti, i compagnetti di scuola, le maestre.
Vincenzino a Palazzolo era una sorta di mascotte, lo conoscevano tutti. E lui era rispettoso con tutti. Quando incontrava un adulto gli chiedeva "come stai?". Oggi nella basilica di San Sebastiano quegli adulti ci sono tutti per dare l'addio a quel bambino che fino ad otto giorni fa era felice e spensierato.
Il rito funebre è stato celebrato dall'arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto e quasi tutti i sacerdoti del paese. Le sue parole, non allentano il dolore dei genitori, nè dei presenti. Non ci si può rassegnare sulle cause della morte e come un bambino possa morire annegato in fondo ad un pozzo. Quel maledetto pozzo in contrada Falabia che ha strappato la vita a Vincenzino. Questo però non è il momento delle indagini, nè dei commenti. "La fede nel signore risorto - ha detto l'arcivescovo nell'omelia - e' oggi e' motivo di consolazione e di speranza di fronte alla tragedia che ha colpito Vincenzo ed i genitori, i fratelli la sorella e tutta la comunita' di Palazzolo. Siamo stati testimoni di come la citta' ha inteso stringersi, con il silenzio, attorno alla famiglia. La morte di un bambino apre tante domande sul senso della vita, in tanti, in questi giorni, lo stanno facendo ma ricordiamo che Gesu' e' morto e risorto, noi siamo figli della luce e chi sta vicino a Dio non muore. Non abbiamo perso Vincenzo ma il rapporto umano e fisico con lui: un rapporto legato ai sensi, al contatto, alla vista. Non lo vedremo, non lo abbracceremo e non lo incontreremo a casa, in parrocchia o per strada. Con lui muore una parte della nostra vita ma Vincenzo e' piu' vicino Dio ed e' vicino a noi. La sua vita ci ricorda che c'e' un cammino tracciato per ciascuno di noi, lungo o breve, che si coniuga con la nostra liberta', le nostre scelte, la nostra indole, il nostro carattere".
Pure le maestre e i compagni hanno ricordato il piccolo: "Ti ricorderemo con stessa passione e gioia che ci hai mostrato". E la sorella: "Ricordero' le tue risate contagiose e lo spirito avventuroso. Non ti tengo per mano, ma ti tengo nel cuore, ti tengo nella mia vita. La vita bisogna viverla come fanno i bambini con il sorriso. Basta odio e vendetta, bisogna amarci".
Quello che emoziona di più è quando mamma Paola dal pulpito chiede 'Giustizia per suo figlio'. Poi l'uscita della bara portata a spalla da 4 amici di famiglia in un corteo che a piedi ha attraversato il centro storico fino al camposanto. Caro Vincenzino, riposa un pace.