Noto, chiusi alle visite tre beni monumentali a causa di un contenzioso legale
Turisti penalizzati a Noto dalla chiusura di alcune delle più suggestive location del cosìddetto “Giardino di pietra”, capitale del Barocco. Tutto accade per un contenzioso legale dopo l’affidamento della gestione delle visite dei siti culturali del Comune di Noto aperti al pubblico. La gestione per 5 anni, con un importo a base d’asta di 720.000 euro, è stata appaltata ad una nuova ditta che ha presentato al Comune una offerta migliore rispetto a quella uscente che, però, ha presentato ricorso davanti al Tar di Catania. Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso annullando la gara d’appalto e condannando il Comune di Noto e la società controinteressata al pagamento delle spese.
Fin qui la vicenda riguardante la lite giudiziaria e le “carte bollate”. La conseguenza pratica, in un periodo di grande afflusso turistico nel Sud Est della Sicilia e, in particolare, a Noto è quasi grottesca perché, di fatto, a causa del contenzioso, sono “vietati” ai visitatori i siti di proprietà del Comune e sui quali l’ente locale ha diritto al 30% del prezzo del biglietto, come stabilito nelle convenzioni stilate con il privato. Accade, quindi, che il Comune stia anche perdendo degli introiti a causa della chiusura alle visite di tre dei più apprezzati siti culturali e monumentali, vale a dire: piano nobile di Palazzo Nicolaci (foto); sala degli specchi e terrazza panoramica di Palazzo Ducezio; teatro comunale “Tina Di Lorenzo”.
Chi deve intervenire per risolvere la questione è bene che intervenga al più presto. Anche per non dare adito a commenti suggeriti dai soliti luoghi comuni legati alle vicende siciliane.