Giuseppina Rando interpreta la raccolta “Profili di tempo e d’anima” di Domenico Pisana
A un lettore attento non può sfuggire che cogliere il senso profondo della Poesia ed evidenziare il significato di quest’arte così delicata e complessa sia la meta a cui conducono i versi di “ Profili di tempo e d’anima”, Operaincerta Editore, Ragusa 2024, ultima pubblicazione di Domenico Pisana poeta , teologo , critico, scrittore e giornalista.
Un grande messaggio sul valore della Poesia, sui suoi segreti nascosti, sul suo ruolo di faro culturale e civile che ancora le appartiene, nonostante i cambiamenti dell’epoca contemporanea.
L’opera si sviluppa in due parti: la prima Nella dimora dell’inconoscibile tra kronos e Kairos e l’altra Tra immanenza e trascendenza, titoli che prefigurano la portata filosofico-teologica della raccolta poetica rilevando come la letteratura può avere anche il compito di portare alla luce del pensiero l’essere nella sua essenza : l’essere che il tempo consuma, ma che la trascendenza “salva” tramite la relazione col divino .
Il dire poetico di Domenico Pisana comporta così effetti di vasta portata tanto da mettere in connessione i due opposti stati del sentimento e del pensiero e la poesia farsi espressione della vita stessa.
Il pensiero poetante, come un basso continuo, fluisce per tutto il libro: immagini che rispecchiano lo scorrere della vita , ora allietata da eventi felici e amorevoli ( Come dono divino /e lieto soffio / di primavera / ti sei aperta alla vita / Greta Maria… ) ora da ricordi ( Mi rivedo / in spicchi di sole / adagiati sull’erba in ascesa…) ora di mestizia ( Il tramonto ombrato di nuvole / accompagna pensieri di malinconia /tracimati dal tormento / di guardare volti di angeli in guerra , / di sentire dalle guglie di Palazzi / rosari di menzogne…) ora di incertezza , di iniquità che portano l’eco di un tempo passato inesorabilmente volato via e irrecuperabile : Mi connetto / a stagioni smorte : speranze che sperai / sorrisi, gioie /sogni in cui i rimpianti / non passano mai / narrano /cieli d’emozioni/impossibili.
Rimane la parola poetica come elemento di accordo, ma anche strumento che serve a marcare il disaccordo dentro la deriva, il disprezzo e rifiuto delle nostre verità relative ( Si cercano verità /in pagine sgualcite /in questo tempo d’ombre / ove pure le foglie /sbruffano aliti di rugiada / annerita di veleni / e il sangue dei corpi respira il colore delle idee…).
La parola poetica diventa pertanto parola reale che sta dentro le cose che infiammano / nembi di tenebre e accarezza tutti i piani emozionali ( …Mi addolora / la metamorfosi dell’onda europea: /provoca morti , capovolge barconi,[ ….]Mi emoziona / il filo d’erba /avido di frescura del prato…) senza mai tradire il proprio io, la propria visione intima che regge di fronte quello che appare o si presenta : Cerco/ il mio “centro di gravità permanente “/ la libertà di essere quel che sono /non ciò che mi vogliono. Quasi una scommessa del poeta con se stesso di resistere in questo tempo che ci dà tutto e ci riduce a niente.
Mente e corpo inscindibili, legati dagli elementi descrittivi e riflessivi della parola poetica sorreggono l’essenza stessa dell’ essere lasciando spazio al pathos e all’esistenza in tutte le sue molteplici schegge di senso.
Lungo il cammino tracciato da Pisana, viene rilevato tra l’altro, come sia possibile restituire alla parola la proprietà di parola pensante-interrogante in quanto, intrinsecamente la parola ha esigenza di domandare, di chiarire a testimonianza della propria etica e volontà di introdursi nello spazio dei problemi che chiedono di essere portati alla luce.
L’esistente (gli occhi stanchi …) incontra e riconosce l ‘essere nell’attimo risolutivo in cui soffia la speranza e L’arpa della fede / ricompone lo specchio dell’anima/ e innalza al cielo/ la sua nuova melodia.
Alle ingiustizie, alla deriva di una contemporaneità sempre più caotica ed incomprensibile, Domenico Pisana oppone la propria spiritualità e fede come antidoto alla superficialità ed indifferenza dilaganti, ricorre alla profondità del proprio pensiero declinandolo non solo nel tempo ( Kronos e kairos ) o negli affetti familiari, ma anche alla visione di una vita autentica come si legge nella nota introduttiva :
…La terra è il suolo in cui l’uomo fa esperienza del suo esistere, del suo andare, conoscere, errare, edificare, demolire e ricostruire, del suo lasciare eredità di ombre, di segni e di visioni. La vita che il cuore desidera non è semplicemente kronos, ma quella sa farsi kairos, spazio temporale della scelta, delle decisioni, dell’ascolto di sé e dell’altro, relazione col divino, di conoscenza e responsabilità, di comunione e condivisione; spazio di lettura e scrittura, di voce, di canto e d’espressione.
Dichiarazione di poetica e fondamento di etica ossia professione di autentica moralità radicata nell’animo , nell’interiorità e lontanissima dalle esigenze strategiche del “potere” nelle sue varie accezioni .
Tale funzione etica della poetica di Pisana dà vita a composizioni intessute di immagini evocative, finemente curate anche sul piano dell’armonia formale con percorsi ben calibrati che mirano a risolversi in finali conclusioni dove il lettore può attingere per cogliere il senso morale del messaggio del poeta ; tale messaggio consiste nella ricerca di una luce salvifica trascendentale che possa sciogliere quei dubbi che la ragione non può risolvere; sospinto dalla fede egli alza lo sguardo oltre la cruda e amara realtà del mondo, accarezzato dall’ idea di resurrezione e dalla speranza che la società tutta possa, un giorno, divenire migliore.
In Profili di tempo e d’anima il poeta, percorrendo gli intricati vicoli della dolente condizione umana, compone versi che sanno di silenzio interiore profondo: “Ogni volta che trovo in questo mio silenzio una parola scavata – scriveva Eugenio Montale - è dentro di me come un abisso”.
Sta proprio qui il segreto del poeta, nella percezione dell’abisso che istantaneamente diviene supplica urgente, avvolta dal senso religioso del mondo, delle cose e degli uomini. Poesia come distillato dell’esperienza spirituale dell’essere che, nella sacra percezione dell’esistere, si trasforma in appassionata ricerca dell’ Altro (l’Inconoscibile ) alimentando nel mentre, la fiamma del Mistero di Dio.
Giuseppina Rando
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