Appello dell'Ocean Viking da Siracusa: "Basta con politiche della morte"
Una petizione per chiedere ai leader europei, in vista delle elezioni di giugno, un cambio di rotta per quanto riguarda il tema del soccorso in mare. A lanciarla è stata stamani Sos Mediterranee Italia dal ponte dell'Ocean Viking, ormeggiata nel porto di Siracusa. Un appello rivolto a tutti i cittadini che "sentono l'urgenza di una modifica radicale delle politiche, che hanno portato ad avere migliaia di morti l'anno nel Mediterraneo centrale". In particolare, il documento, che verrà poi presentato ai candidati al Parlamento europeo e ai leader europei, sollecita "l'interruzione delle misure che ostacolano e criminalizzano le ong per le attività di ricerca e soccorso in mare". Ma la petizione lanciata da Sos Mediterranee Italia, chiede anche di "vigilare sul rispetto degli obblighi del diritto marittimo internazionale e delle convenzioni umanitarie per tutelare la vita umana in mare" e destinare i fondi europei dedicati alla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo centrale al "rafforzamento delle operazioni di ricerca e soccorso". "Sono troppi anni che le navi del soccorso civile provano a colmare un vuoto enorme lasciato dagli Stati europei, che fingono di non vedere ciò che succede a poche miglia dalle nostre coste - ha spiegato Valeria Taurino, direttrice generale di Sos Mediterranee Italia, durante l'incontro con la stampa a bordo della nave -. Le uniche azioni che i Governi hanno portato e portano tuttora avanti sono volte a impedire a chi salva vite di operare in sicurezza e per provare a fermare il fenomeno delle migrazioni si finanziano Paesi come la Libia, unanimamente considerati porti non sicuri, dove avvengono sistematiche violazioni dei diritti umani". Per Taurino "le politiche di deterrenza messe in atto dall'Ue sono ormai, tragicamente, politiche di morte. Tramite i fermi amministrativi ingiustificati (solo a noi ne sono stati notificati 3 negli ultimi tre mesi) e tramite la prassi dei porti lontani le zone critiche restano sempre più sfornite di mezzi attrezzati per il soccorso in mare: questo produce un vuoto che per le persone significa spesso morte".