Acate, addio ad Arif: esempio di integrazione "attorno ad una bancarella"
Per tanto tempo la comunità più numerosa di extracomunitari ad Acate è stata quella marocchina e tra i primi ad arrivare dal Nordafrica, nei primi anni Settanta, ci fu il signor Abdellah Arif, che è deceduto nei giorni scorsi all’età di 67 anni. Nella sua abitazione di corso Indipendenza è stato un fluire ininterrotto di cittadini, che benché di etnia diversa, si sono uniti nell’omaggio all’uomo, conosciutissimo perché proprietario di una bancarella, ma soprattutto stimato da quanti lo conoscevano.
“Per nostro padre la terra che gli ha dato la vita è stata il Marocco, ma la terra che ha dato un senso alla sua vita è stata senza dubbio la Sicilia e in particolare la Sua Acate – ha scritto la figlia Rajaa - . Nei suoi racconti ci descriveva come in quasi 50 anni di lavoro come commerciante era sempre riuscito ad abbattere le barriere di diffidenza e paura dello straniero solo con l'educazione, la lealtà e il rispetto verso il prossimo, riuscendo ad essere amico di tutti, indistintamente, in comunità diverse e in città diverse che lo consideravano un pezzo di storia e un simbolo di integrazione reale”.
“Ha sempre cercato di essere un punto di riferimento per tutti gli stranieri che sono arrivati dopo di lui, volendo essere un esempio di inclusione per dimostrare loro il senso di responsabilità civica che si deve avere quando si è parte integrante di una Comunità”.
Ed era veramente amico di tutti “e tutti – prosegue la figlia - erano amici suoi. L'immenso affetto dimostratogli in questi giorni è stato talmente immenso che ci ha commossi e onorato profondamente. Nel nostro piccolo, noi e la nostra famiglia abbiamo cercato di rendere il suo addio alla sua seconda terra degno di lui e del suo esempio di vita. Noi figli, Rajaa, Ali, Talib e Raduan, nostra madre Amina, Salvatore, Giulia, Federica e tutto il resto della famiglia, quella di qui e quella in Marocco, vi ringraziamo dal profondo del cuore, uno ad uno, per ogni condoglianza, ogni visita, ogni pensiero, ogni telefonata e messaggio di cordoglio ricevuto. Celebrare la sua vita, anziché celebrare, la sua dipartita è stato il migliore degli addii”.
Per sua espressa volontà riposerà in Marocco, dove la salma sarà trasferita.
(Nella foto Abdellah Arif, al centro, con due dei tre figli maschi)