Incursioni di Israele a Gaza: uccisa il capo politico di Hamas
Nuovi raid israeliani sulla striscia di Gaza hanno portato alla morte di Jamila al-Shanti, capo dell'ufficio politico di Hamas, mentre continua a salire il bilancio delle vittime dei bombardamenti. Le forze dello Stato ebraico hanno colpito anche obiettivi in territorio libanese. Con il 25% degli edifici distrutti o danneggiati e una situazione umanitaria allo stremo, con le scorte di medicine agli sgoccioli, Usa ed Egitto hanno annunciato per domani l'apertura del valico di Rafah per consentire la consegna di aiuti.Stamane è ripreso il lancio di razzi da Gaza contro Israele dopo 15 ore di calma. Le sirene sono risuonate ad Ashkelon e nella zona intorno all'enclave palestinese. Secondo le forze armate israeliane, Hamas ha rallentato il ritmo dei lanci in previsione di una lunga guerra.
Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha affermato che 3.785 persone sono state uccise e 12.493 ferite dall'inizio dei combattimenti con Israele. Lo riportano i media israeliani. Tra le vittime, secondo il ministero, 1.524 sono bambini e 1.000 donne.
Secondo il portavoce del ministero, Ashraf Alkodra, quattro ospedali e 14 cliniche sono state chiuse. Tutti gli ospedali sono occupati al 150% e "molti feriti ricevono cure minime sul pavimento", ha aggiunto Alkodra che ha denunciato la grave carenza di attrezzature mediche e medicinali, nonché di gasolio utilizzato per far funzionare i generatori nelle strutture mediche.
Sono invece 306 i militari dello Stato ebraico caduti dall'inizio delle ostilità, che hanno causato complessivamente la morte di oltre 1.400 israeliani.
Il valico di Rafah sarà aperto per far passare gli aiuti umanitari attesi dai palestinesi nella Striscia di Gaza, hanno annunciato i presidenti americano ed egiziano dopo la visita di Biden in Israele, occasione per rinnovare il sostegno degli Stati Uniti allo stato ebraico e scagionarlo dalle responsabilità nell'attacco all'ospedale Ahli Arab che ha sollevato un'ondata di rabbia nella regione. Da Rafah dovrebbero passare anche 27 tonnellate di aiuti alimentari che Mosca ha destinato al territorio palestinese.
Gli aiuti non arriveranno prima di venerdì a causa dei lavori da fare sulla strada, distrutta dai bombardamenti di Israele che si è impegnata a non impedire che cibo, acqua e medicine raggiungano la popolazione civile. Decine di camion pieni di aiuti aspettano da giorni in Egitto di entrare a Gaza. Per far fronte all'emergenza umanitaria, ha detto Martin Griffiths, capo delle situazioni di emergenza delle Nazioni Unite, servono almeno 100 camion al giorno.
Centinaia di volontari egiziani si affollano al varco, che collega la penisola egiziana del Sinai alla striscia di Gaza, per consegnare gli aiuti umanitari senza paura di ciò che potrebbe accadere loro, nonostante i bombardamenti israeliani.
"Sono qui per tentare di portare gli aiuti ai palestinesi. Non ho paura, sono qui e starò anche per un mese, due o tre. Non farò marcia indietro", ha detto a EFE Abdelrahman Farid Gomaa, un giovane di 29 anni proveniente da Beir el Abd, nella provincia settentrionale del Sinai.
Da giorni Gomaa è con un centinaio di volontari egiziani di diverse ONG, che fanno parte della coalizione umanitaria Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Civile, in attesa di poter entrare a Gaza attraverso il varco di Rafah, l'unico non controllato da Israele.
Israele, tuttavia, ha posto una condizione. Questi aiuti non passeranno attraverso il suo territorio finché gli almeno 203 ostaggi detenuti da Hamas, secondo la stima dell'esercito israeliano, non saranno rilasciati. Intanto continuano gli sforzi diplomatici per arginare la violenza.
Da Pechino, il presidente cinese Xi Jinping ha detto al primo ministro egiziano che il suo Paese vuole "collaborare per portare maggiore stabilità nella regione e nel mondo". Ieri gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che chiedeva una "pausa umanitaria" perché il testo non menzionava il "diritto di Israele a difendersi".